Ubs acquista Crédit Suisse per salvare il sistema bancario
Un accordo storico che vale 3 miliardi di franchi svizzeri (oltre 3 miliardi di euro) quello tra Ubs e Crédit Suisse per cercare di salvare il sistema bancario. Dopo il possibile fallimento dell’istituto svizzero e i timori per le ripercussioni su larga scala, si è raggiunto l’accordo che prevede l’acquisizione da parte di Ubs, facendo nascere una delle maggiori banche d’Europa. Ubs otterrà fino a 100 miliardi di liquidità dalla Banca centrale svizzera per far fronte a eventuali perdite di Credit Suisse.
Ubs acquista la rivale Crédit Suisse per cercare di arginarela crisi in atto nel sistema bancario e facendo così nascere una delle maggiori banche d’Europa. Dopo i timori innescati dal possibile fallimento dell’istituto svizzero, rimasto senza alcuni dei più importanti finanziamenti, nell’intero sistema finanziario è scattato l’allarme per le possibili ripercussioni dell’evento su scala globale.
L’accordo è stato raggiunto al termine di un fine settimana di negoziati frenetici, in un clima quasi drammatico visto il rischio di un effetto contagio che, inoltre, vede adesso le principali banche centrali quali Bce, Fed, insieme aGiappone, Inghilterra e Canada, intervenire con nuove iniezioni straordinarie di liquidità. Secondo quanto stabilito Ubs dunque acquisisce Credit Suisse per 3 miliardi di franchi svizzeri (più di 3 miliardi di euro), e al contempo Ubs otterrà fino a 100 miliardi di liquidità dalla Banca centrale svizzera per far fronte a eventuali perdite di Credit Suisse.
Scendendo nel dettaglio, Ubs acquista Credit Suisse per 0,76 franchi svizzeri per azione. Secondo quanto si legge in una nota: “L’integrazione rafforza la Svizzera come centro finanziario globale”, ha affermato il presidente di Ubs Colm Kelleher.
Tra gli elementi maggiormente rilevanti per i privati c’è l’azzeramento, deciso dalle autorità di mercato svizzere, delle obbligazioni Additional tier 1 (At1) per 16 miliardi di franchi. Le At1 sono state lanciate una decina di anni fa, proprio come meccanismo di assorbimento delle perdite: la loro svalutazione rafforza la posizione finanziaria della banca riducendone le passività.
Come detto, in cambio dell’operazione (che a quanto è stato trasmesso è stata effettuata su pressione della politica e deiregolatori), Ubs ha ottenuto diverse misure a sostegno del salvataggio. In primis, 100 miliardi di liquidità extra da parte della Banca Nazionale Svizzera, poi 9 miliardi di garanzie pubbliche a copertura di esuberi, cause legali e minusvalenze da cessioni. Si aggiungono uno schermo sulle cause legali e la possibilità di derogare alle norme che prevedono sei settimane di tempo ai soci per avallare transazioni di questo genere. Infine, secondo quando riportato dalle agenzie internazionali Ubs avrebbe posto tra le condizioni eventualmente sospensive il caso in cui i Cds del Credit Suisse raggiungano livelli ritenuti troppo elevati.
“La fusione tra Ubs e Credit Suisse rafforzerà i punti di forza di Ubs e migliorerà ulteriormente la nostra capacità di servire i nostri clienti a livello globale e rafforzerà le nostre migliori capacità. L’operazione supporta le nostre ambizioni di crescita nelle Americhe e in Asia, rafforzando alla stesso tempo le nostra attività in Europa, e non vediamo l’ora di accogliere i nostri nuovi clienti e colleghi in tutto il mondo nelle prossime settimane”, ha commentato l’AD di Ubs Ralph Hamers.
Pietro Broccanello