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    UE, prosegue la discussione fra e-fuel e carburanti bio

    UE, prosegue la discussione fra e-fuel e carburanti bio
    Dopo l’approvazione di martedì 28 marzo da parte del Consiglio europeo del regolamento che vieta l’immatricolazione di automobili e furgoni inquinanti dal 2035, è stata intavolata a Bruxelles la discussione in merito all’accordo raggiunto tra Commissione europea e Germania sull’esenzione dell’esclusione dal nuovo provvedimento per i veicoli “tradizionali” alimentati con carburanti sintetici (e-fuel). La mini plenaria si è rivelata una doccia fredda per l’Italia, che puntava sui biocarburanti.
    «Vent’anni fa i biocarburanti erano associati alla deforestazione, ma oggi si usano materiali di risulta come gli oli esausti. In più, l’evoluzione dei biocarburanti è stata finanziata principalmente dalla Commissione europea, che oggi li ha aboliti.
    A mio parere la Commissione europea si è mossa molto male. Timmermans è entrato con la veste sacerdotale di fautore del Green deal europeo, ma ne è uscito con una negoziazione con la Germania insostenibile dal punto di vista tecnico», ha dichiarato Massimiliano Salini (Forza Italia – PPE).
    Gli e-fuel, infatti, vengono prodotti grazie a dei processi alimentati da energia elettrica rinnovabile, attraverso l’elettrosintesi di acqua e anidride carbonica, ma hanno costi di produzione estremamente elevati, quattro volte più alti rispetto a quelli dei derivati del petrolio.
    Dare il via libera solo agli e-fuel, escludendo i carburanti “bio”, significa infatti indirizzare gli sforzi verso un prodotto oneroso e non ancora avviato a livello commerciale.
    «Andrebbe fatta una riflessione sul perché la posizione della Germania è stata accolta e quella dell’Italia no. Il problema c’è sia sugli e-fuel, sia sui biocarburanti. La posizione tedesca è antieconomica, e la falla che si apre c’è. Oggi i biocarburanti vengono realizzati principalmente attraverso scarti, quindi non hanno l’impatto ambientale di decine d’anni fa. Le soluzioni erano due: approvare sia gli e-fuel che i biocarburanti o vietare totalmente i motori termici», specifica Ignazio Corrao, dei Verdi/Alleanza libera europea e membro della commissione per l’Industria, la ricerca e l’energia.
    Si stima infatti che tale produzione, tra il 2011 e il 2021, avrebbe provocato la distruzione di quattro milioni di ettari di foreste, ma ad oggi l’innovazione ha fatto passi da gigante.
    Per Salini, infatti, l’UE dovrebbe tenere in considerazione l’intero ciclo di vita del mezzo e del carburante: «Il regolamento vieta i veicoli che, allo scarico, emettono CO2. L’alternativa? La verifica non dovrebbe essere “allo scarico”: bisognava puntare sul “life cycle approach” in seconda lettura». Per ogni litro di carburante sintetico prodotto, infatti, «ci vogliono due litri d’acqua. Qual è la vera differenza tra le due soluzioni? I carburanti sintetici costano dieci euro al litro, mentre i biologici due euro e mezzo».
    Sul punto è poi intervenuto il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, specificando che il Governo sta «tentando di discutere per avere un’apertura sul preambolo, che significa mettere i punti per i nuovi sviluppi. Gli e-fuel li avremo fra dieci anni, i biocarburanti li abbiamo adesso. La partita è aperta», e annuncia un provvedimento che dovrebbe trovare luce in autunno.
    Ma sul punto, l’UE resta per ora inamovibile, dato che gli e-fuels erano presenti in un “considerando” della norma, mentre i biocarburanti non avrebbero tecnicamente spazio all’interno del testo, poiché non completamente green.
    Andrea Valsecchi

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