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    Governo al lavoro per un taglio netto al cuneo fiscale

    Governo al lavoro per un taglio netto al cuneo fiscale
    La ministra del Lavoro, Marina Calderone, ha annunciato che il governo sta lavorando per prorogare il taglio del cuneo fiscale, attualmente previsto fino alla fine del 2023. Si punta a una riduzione del 70% circa del prelievo contributivo per i redditi fino a 25 mila euro, e del 60% per quelli fino a 35 mila euro. Calderone ha spiegato che l’obiettivo è rendere strutturale questo intervento, ma ha sottolineato la necessità di agire con prudenza e attenzione ai conti pubblici. La ministra ha parlato di impegno e di prudenza anche sulla possibilità di tagli dei contributi per i redditi superiori a 35mila euro.
    Con la manovra finanziaria il governo ha confermato il taglio di due punti percentuali del cuneo fiscale e ora, con tutte le risorse a disposizione, è tornato a capofitto sul tema. Gli ulteriori quattro punti previsti dalla manovra puntano a garantire una riduzione del prelievo contributivo del 70% per i redditi fino a 25 mila euro e del 60% per quelli fino a 35 mila euro. La ministra del Lavoro Marina Calderone ha ribadito l’impegno del governo a creare le condizioni per rendere strutturale il taglio del cuneo fiscale, pur sottolineando la necessità di agire con prudenza: “Ci deve essere una situazione che lo consente. Bisogna agire con prudenza con attenzione ai conti”.
    È infatti in fase di discussione anche la possibilità di tagliare i contributi per i redditi superiori a 35 mila euro, ma la priorità rimane ovviamente l’attenzione ai conti pubblici. Calderone ha poi affrontato il tema dei contratti a termine in relazione al decreto Lavoro approvato il 1° maggio, rassicurando che le nuove norme non comporteranno rischi di precarizzazione in quanto eliminano “le causali di difficile applicazione e che potevano generare contenzioso”. Il decreto, ha spiegato la ministra, affida alla contrattazione collettiva la definizione delle causali e prevede una clausola che consente alle parti di prorogare il contratto per un periodo limitato in caso di mancata previsione delle causali da parte del contratto collettivo.
    Calderone ha anche sottolineato che i contratti a termine riguardano solo il 2,5% dei contratti di lavoro e che il 97% di essi dura meno di 12 mesi, pertanto il cambiamento introdotto dal decreto riguarda meno del 3% dei contratti a termine.
    Per quanto riguarda i patti individuali, la scadenza è fissata al 30 aprile 2024, in modo da dare tempo alla contrattazione collettiva di normare l’aspetto delle causali. La ministra ha dichiarato di non ritenere questo tema preoccupante e ha espresso il desiderio di avere strumenti di facile applicazione per consentire alle aziende di stipulare contratti a termine in caso di necessità temporanea per motivi organizzativi e produttivi.
    Infine è stato affrontato il tema dell’offerta di lavoro congrua da accettare per non perdere il nuovo sussidio contro la povertà. In caso di offerta di lavoro a tempo indeterminato che prevede il rispetto dei contratti collettivi, il raggio di osservazione e ricerca è nazionale, mentre per i contratti a tempo determinato il raggio è limitato a 80 chilometri dalla residenza dell’individuo. L’obiettivo del governo è portare al lavoro il maggior numero di persone possibile in tempi brevi, contando anche che le aziende hanno attualmente un forte bisogno di personale.
    Pietro Broccanello

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