Guerra, Putin: “Combattiamo contro i diretti seguaci del nazismo”
Il presidente russo Vladimir Putin è tornato ad attaccare il governo e le forze di Kiev. Ieri il Cremlino ha diffuso una nota in occasione delle celebrazioni del “26 di Iyar”, il giorno della Salvezza e della Liberazione, una data che “occupa un posto speciale nel calendario religioso ebraico e serve a conservare la memoria dell’impresa senza precedenti dei soldati dell’Armata Rossa e degli eserciti dei Paesi Alleati nella coalizione anti-hitleriana che schiacciò il nazismo, salvò gli ebrei e altri popoli dalla minaccia del totale annientamento”, si legge sul sito del governo russo.
Putin ritiene necessario “custodire la verità storica sulla seconda guerra mondiale”, pur non facendosi problemi a riscrivere quella di Paesi indipendenti come l’Ucraina, Paese che sarebbe stato creato da Lenin, strappando territori alla Russia, come asserì l’autocrate nel celebre discorso che annunciò l’invasione russa del febbraio 2022. Putin ha invitato tutti a prendere coscienza delle “conseguenze distruttive porta ogni connivenza con il nazionalismo, l’antisemitismo, la xenofobia”. In questo modo, il presidente russo parla del passato ma in realtà ne approfitta per distorcere il presente e giustificare le sue azioni. Nel suo discorso, infatti, Putin ha dichiarato esplicitamente che “è con i diretti seguaci del nazismo che i nostri combattenti e comandanti stanno combattendo oggi nel corso di un’operazione militare speciale”.
Nel frattempo, Mosca attacca gli ucraini da più direzioni con l’obiettivo di rallentare la controffensiva. È quanto ha riferito un funzionario statunitense alla CNN. Il rischio, per la Russia, è di attingere eccessivamente alla riserva di munizioni ad alta precisione fornendo quindi un potenziale vantaggio a Kiev. Il viceministro della Difesa ucraino, Ganna Maylar, ha dichiarato che le forze ucraine hanno riconquistato circa 20 chilometri quadrati attorno a Bakhmut, ma ha anche riconosciuto che i russi stanno avanzando dentro la cittadina, distruggendo ciò che è rimasto in piedi con il fuoco di artiglieria.