Educazione, “Tra il dire e il fare c’è di mezzo il pensare”
Il libro dell’autrice Federica Baruchello, psicoterapeuta, vuole essere una sorta di manuale per aiutare coloro che si rapportano quotidianamente con i bambini a coglierne le reazioni psicologiche davanti alle difficoltà ed affrontarle nella giusta direzione.
Le profonde modifiche che hanno investito la vita sociale, soprattutto da un triennio a questa parte, hanno finito col favorire negli individui atteggiamenti di rinuncia e di ritiro in uno spazio mentale sempre più angusto, inclusi veri e propri fenomeni di fuga dal mondo reale. Ciò è intrinsecamente più pericoloso, quando ad essere vittima di questa tendenza sono i bambini e gli adolescenti poiché, in tali fasce di età, le ferite psicologiche non curate ed adeguatamente rimarginate possono segnare tutta la vita successiva.
Il libro “Tra il dire e il fare c’è di mezzo il pensare” di Federica Baruchello (Edizioni Themis), psicoterapeuta che si confronta quotidianamente con le problematiche della mente, va a toccare in particolare proprio il problema dell’evitamento e della rinuncia da parte dei più piccoli. Lo fa con originalità, privilegiando nel testo l’utilizzo di aneddoti ed esempi pratici piuttosto che l’arida citazione di questo o quello studio, proponendosi perciò come una sorta di “cassetta degli attrezzi” a disposizione tanto dei genitori quanto degli educatori più attenti.
Il filo conduttore del libro è la spiegazione dei meccanismi che inducono il bambino, di fronte a situazioni che vive come stressanti, a trovare una soluzione che di fatto comporta la fuga: ad esempio il classico mal di pancia per non andare a scuola. Di seguito viene mostrato come si può tentare di capovolgere, nella visione del bambino, questa situazione opponendo alla diade “paura ed evitamento” la positività del coraggio e dell’intraprendenza. Un valore aggiunto del libro è la scelta di utilizzare anche il fumetto per risvegliare nel bambino la curiosità focalizzandone così l’attenzione sull’aspetto sfidante che è presente nelle piccole attività quotidiane.
In conclusione si tratta di un libro che, tecnicamente rigoroso nei contenuti, si presta però ad essere lo spunto per un gioco col quale l’adulto può stimolare e guidare i più piccoli ad affrontare le situazioni che possono spaventarli, aiutandoli a trarne una diversa consapevolezza di sé stessi.