sabato, Novembre 23, 2024
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    Borse in calo, titoli europei ed asiatici al ribasso

    Borse in calo, titoli europei ed asiatici al ribasso
    Perdite a Wall Street: le conseguenze si sono subito fatte sentire in Europa e in Asia.
    A seguito delle notizie trapelate dalla Fed, secondo le quali alcuni funzionari della banca centrale statunitense volevano aumentare i tassi a metà giugno, gli indici delle principali piazze di tutto il mondo, dall’Europa all’Asia, hanno registrato un ribasso non di poco conto.
    Nessuna conseguenza però sui tassi: alla fine l’accordo è stato raggiunto, ed il voto per la prosecuzione dei tassi attuali è stato all’unanimità.
    Ma tutto troppo tardi quanto agli effetti sulle borse.
    L’indice Hang Seng di Hong Kong registra un -3% dopo le vendite di azioni di una serie di banche cinesi, sostanzialmente necessarie a seguito del declassamento ad opera di Goldman Sachs, sulla scia delle preoccupazioni per il rallentamento dell’economia e l’esposizione al debito degli istituti.
    A ribasso anche il Nikkei 225, che perde l’1,7%. Stessa sorte per la piazza australiana (-1,2), Taiwan (-1,6), Tokyo (-1,6).
    Non vanno meglio le cose nel vecchio continente: a Piazza Affari il Ftse Mib ha perso lo 0,59%, a Parigi il Cac40 lo 0,8% e a Francoforte il Dax40 lo 0,6 per cento.
    I mercati ora attendono aggiornamenti sui tassi di occupazione Usa, che dovrebbero essere pubblicati proprio nella giornata odierna. Le piazze europee, inoltre, guardano a tutta una serie di dati ulteriori: dagli ordini all’industria mensili di maggio in Germania alle vendite al dettaglio di maggio dell’Eurozona e in generale alla situazione degli Stati Uniti sia sul versante occupazionale che riguardo la stima ADP, le richieste di sussidio settimanali, i sussidi di disoccupazione, la bilancia commerciale.
    Occhi puntati quindi sulla situazione globale dei prossimi giorni, che potrebbe rivelarsi decisiva per le sorti economiche del 2023, che nelle ultime settimane sembra aver invertito il trend negativo di inizio anno: in Germania, ad esempio, gli ordini all’industria di maggio hanno fatto segnare un +6,4%, che diventa però -4,3% sull’anno in corso.
    Andrea Valsecchi

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