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    Nature Restoration Law, approvato il testo.

    Nature Restoration Law, approvato il testo. Salini: “Legge irresponsabile, preoccupa la pervicacia della sinistra che danneggia famiglie e imprese”.
    Con 336 voti favorevoli, 300 contrari e 13 astensioni, la proposta di legge per il ripristino della natura ha ottenuto il via libera. Plaudono la sinistra ultra-green e gli ambientalisti, contestazioni dagli agricoltori che vedono minacciate le proprie attività. Legge fortemente contestata da PPE e partiti di destra.
    La Nature Restoration Law è stata approvata mercoledì 12 luglio nella seduta plenaria dell’Europarlamento, riunito a Strasburgo. Con 336 voti favorevoli, 300 contrari e 13 astensioni, la proposta di legge per il ripristino della natura ha ottenuto il via libera, definendo così la posizione ufficiale del Parlamento europeo in vista delle negoziazioni con la Commissione ed il Consiglio per l’approvazione definitiva del provvedimento, che avranno luogo nelle prossime settimane.
    La proposta di legge si inserisce nel quadro più ampio del Green Deal europeo che raggruppa le iniziative politiche proposte dalla Commissione europea per raggiungere l’ambizioso traguardo della neutralità climatica in Europa entro il 2050. La Nature Restoration Law definisce infatti gli obiettivi, giuridicamente vincolanti per gli Stati membri dell’UE, volti a tutelare gli ecosistemi per impedirne lo sfruttamento commerciale. Nello specifico, prevede il ripristino di almeno il 20% delle superficie terrestri e marine europee, nonché il 15% dei fiumi nella loro lunghezza e la realizzazione di elementi paesaggistici ad alta biodiversità su non meno del 10% della superficie agricola utilizzata entro il 2030. Obiettivi che diventeranno ancora più sfidanti nel ventennio successivo perché la legge punta a ripristinare tutti gli ecosistemi che richiedono azioni di recupero entro il 2050.
    Un piano di riqualificazione ambientale ad ampio spettro che non esclude nessun ecosistema. Gli obblighi interesseranno infatti foreste e terreni agricoli, fiumi e habitat marini, e saranno estesi anche alle aree urbane. Tra questi, una significativa riduzione dell’uso di pesticidi chimici (-50%) entro il 2030, così come la rimozione delle barriere fluviali per consentire il flusso libero ad almeno 25mila km di fiumi, nessuna perdita degli spazi verdi urbani entro il 2030 per arrivare ad un aumento del 5% entro il 2050 ed un aumento complessivo della biodiversità negli ecosistemi agricoli e forestali.
    Prima della sua approvazione in aula, la proposta di legge è stata oggetto di forti contestazioni mosse in particolare dal Partito Popolare Europeo e dagli altri partiti di destra dell’Europarlamento. L’eurodeputato di Forza Italia-PPE, Massimiliano Salini, già alla vigilia del voto l’aveva definita una legge sbagliata individuandone i rischi all’orizzonte: “Ridurrebbe le aree produttive agricole e l’approvvigionamento del cibo in Europa – aveva avvertito, annunciando il voto contrario -. Siamo di fronte all’ultimo inchino della Commissione all’ideologia ultra-green che, come Forza Italia, combattiamo da anni in quanto minaccia costante per famiglie e imprese”. Una posizione condivisa all’interno del PPE, non a caso il capogruppo Manfred Weber aveva chiesto a gran voce di rivedere la proposta di legge, appoggiando le richieste degli agricoltori – rappresentati dal Copa-Cogeca, sindacato della categoria e delle cooperative agricole europee – che vedono minacciate le loro attività.
    Plaudono invece i socialisti europei, gruppo europarlamentare di cui fa parte Frans Timmermans commissario europeo per il clima e principale sostenitore della legge, e le associazioni degli ambientalisti che il giorno prima del voto avevano organizzato una manifestazione guidata da Greta Thunberg sotto la sede del Parlamento Europeo a Strasburgo per sostenere la proposta, accanto ai manifestanti del sindacato degli agricoltori riuniti per le ragioni opposte.
    Ma la battaglia non finisce qui: “Insieme a Forza Italia continuerò a battermi contro i socialisti e le sinistre che insistono nel piegare la realtà all’ideologia e che hanno mandato l’ennesimo brutto segnale, sacrificando gli interessi dei cittadini in ossequio al radicalismo ultra-green”, assicura Massimiliano Salini evidenziando i primi strappi all’interno della compagine ambientalista dell’Europarlamento che lo stesso Timmermans avrebbe cercato di ricucire a suon di tatticismi e pressioni per riuscire a tenere insieme le parti in vista del voto. “I cedimenti sono evidenti – sottolinea Salini -, a partire dal ripetuto rigetto della Nature Restoration in Commissione parlamentare Ambiente e in altre Commissioni parlamentari, e dall’esclusione degli allevamenti dalla norma sulle emissioni industriali che abbiamo ottenuto a Strasburgo”. Segnali da non sottovalutare, soprattutto guardando al futuro con il prossimo rinnovo dell’Europarlamento: “La richiesta di cambiamento nelle politiche Ue è forte, e conferma la strada da percorrere – conclude l’eurodeputato -: dobbiamo lavorare ad una nuova maggioranza di centrodestra alle europee 2024”.
    Micol Mulè

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