Draghi: No agli aiuti di Stato, sì a nuove regole per l’UE
Torna a parlare l’ex Presidente del Consiglio Mario Draghi, a quasi un anno di distanza da quando l’economista ed ex numero uno della Bce ha lasciato palazzo Chigi.
Nell’Eurozona servono “nuove regole e più sovranità condivisa”, ha sottolineato Draghi in un intervento pubblicato sull’edizione online dell’Economist. “Le strategie che nel passato hanno assicurato la prosperità e la sicurezza dell’Europa, affidandosi all’America per la sicurezza, alla Cina per l’export e alla Russia per l’energia, sono diventate insufficienti, incerte o inaccettabili”, affermando che “tornare passivamente alle vecchie regole sospese durante la pandemia sarebbe il risultato peggiore possibile”.
Niente dietrofront, pertanto, per l’ex numero uno della Bce, che mette in guardia sul futuro del Vecchio Continente e sulla sua capacità di competere a livello globale, lasciando trasparire come, dal suo punto si vista, le politiche economiche posta in essere fino ad inizio 2020 devono rimanere ancorate al passato. Servono nuove strategie, nella chiave di lettura del periodo post crisi che stiamo affrontando. E lo fa mentre a Bruxelles si discute sulla riforma del Patto di stabilità e di crescita che potrebbe vedere presto la luce.
Per Draghi senza un’azione rapida ed efficace sarà impossibile raggiungere obiettivi comuni come quelli sul fronte della lotta ai cambiamenti climatici o della sicurezza. L’auspicio per l’ex premier è quindi volto ad un’unione più coesa, l’unica strada per garantire il benessere dei cittadini europei.
Tutto ciò in quanto gli shock provocati prima dalla pandemia poi dal conflitto in Ucraina e dalla conseguente crisi energetica hanno prodotto in UE una risposta comune impensabile fino qualche tempo fa, avvicinando le posizioni tra i Paesi più forti e quelli più deboli. Ora è quindi il momento di attuare “vasti investimenti in poco tempo”: come la transizione verde o quella digitale.
Draghi critica anche il sistema degli aiuti di Stato, evidenziando come questi debbano rimanere una mera misura transitoria, in quanto limitano la capacità dei singoli Paesi di agire in maniera indipendente.
“La via maestra – scrive l’ex Presidente del Consiglio – è quella di ridefinire il quadro delle politiche di bilancio della UE e i processi decisionali. Dunque nuove regole che siano severe, per garantire finanze statali credibili nel medio termine, ma anche abbastanza flessibili, per permettere ai governi di reagire a shock imprevisti”. E poi “trasferire più poteri di spesa al centro”. E in vista di ulteriori allargamenti della Ue ai Balcani e all’Ucraina, Draghi invita ad “evitare di ripetere gli errori del passato, “espandendo la periferia senza rafforzare il centro”: “Il rischio – assicura – è di annacquare la Ue piuttosto che rafforzare la sua capacità di agire”.
Andrea Valsecchi