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    Guerra, Stoltenberg: gli ucraini guadagnano qualche centinaio di metri al giorno

    Guerra, Stoltenberg: gli ucraini guadagnano qualche centinaio di metri al giorno
    Si avvicina l’autunno e le truppe di Kiev ancora non sono riuscite a penetrare a fondo nelle molteplici linee difensive russe in territorio ucraino, ma stanno comunque “facendo progressi”, secondo Jens Stoltenberg, Segretario Generale della Nato. Durante un’audizione alla Commissione Affari Esteri e Difesa del Parlamento Europeo, Stoltenberg ha ammesso che “i combattimenti sono pesanti e difficili” e che a questo punto l’Occidente si aspettava di vedere ben altri progressi, ciononostante i soldati ucraini “stanno guadagnando qualche centinaio di metri al giorno. Il che vuol dire che i russi stanno perdendo terreno”. In un’intervista all’Economist, Trent Maul, direttore dell’analisi per la Defense Intelligence Agency americana (Dia), ha sottolineato che le probabilità che gli ucraini sfondino effettivamente le difese russe entro fine anno è del 40-50%. Tuttavia, il fatto che si va incontro alla stagione delle piogge e del freddo e la costante necessità di munizioni rendono l’obiettivo molto difficile da raggiungere, secondo Maul.
    Nel rivolgersi ai parlamentari europei, Stoltenberg ha parlato di una “enorme quantità di mine” collocate dai russi, una quantità mai vista ma proprio perché la controffensiva ucraina non è dilagante come quella della scorsa estate, è necessario continuare a sostenere lo sforzo militare di Kiev. Stoltenberg ha invitato gli interlocutori a non concentrarsi solo sulla consegna dei caccia F-16: “C’è bisogno soprattutto di fornire parti di ricambio e munizioni […]. Il dibattito si concentra troppo sui nuovi sistemi e dimentica i problemi logistici e di manutenzione”.
    Stoltenberg, quindi, ne ha approfittato per fare appello ai Paesi membri dell’Alleanza, spiegando che “è importante rimpinguare le riserve e i magazzini”, dal momento che “la nostra capacitá di produzione di munizioni non è ai livelli che vorremmo”. La soluzione è al contempo collettiva e individuale. Da una parte, “la Nato deve siglare contratti affinchè l’industria investa e produca”, spiega Stoltenberg, dall’altra il politico norvegese, pur riconoscendo che “è difficile spendere per le armi e la difesa”, ha sottolineato che quest’anno i membri dell’Alleanza “dovrebbero aumentare la spesa di piú dell’8% in termini reali”.

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