Nuove regole per autovelox e ricorso multe
La Corte di Cassazione ha stabilito un precedente fondamentale in materia di autovelox e multe per eccesso di velocità. Secondo una sentenza emessa il 31 agosto, infatti, se un autovelox non è adeguatamente segnalato un chilometro prima del suo posizionamento, la multa può essere annullata. Si tratta di una decisione che potrebbe avere ampie ripercussioni per gli automobilisti in tutto il Paese.
La sentenza emessa dalla Corte di Cassazione alla fine del mese scorso è ora pronta per diventare effettiva, e implica alcune modifiche importanti per la legge stradale coinvolgendo le normative relative agli autovelox e i casi in cui è possibile fare ricorso per una multa fino al suo annullamento.
L’episodio che ha portato alla sentenza della Cassazione coinvolge un automobilista e l’Unione dei Comuni, quando il conducente in questione aveva ricevuto una sanzione di 550 euro per aver superato i limiti di velocità consentiti, con una conseguente decurtazione dei punti della patente. A sua difesa, l’Unione dei Comuni aveva sostenuto che il cartello di segnalazione dell’autovelox era stato posizionato oltre il chilometro previsto per legge, ma la Cassazione aveva respinto l’argomento dell’ente locale affermando che la segnalazione dell’autovelox deve essere sempre posta esattamente un chilometro prima del dispositivo.
La questione della visibilità degli autovelox non è nuova: già lo scorso anno la Corte di Cassazione aveva stabilito che una multa per eccesso di velocità può essere annullata se l’autovelox è nascosto, ad esempio, all’interno di un veicolo delle Forze dell’Ordine. Secondo la sentenza 4007/2022, anche i rilevatori di velocità nascosti in veicoli non istituzionali, nelle piazzole di sosta o nascosti nella vegetazione sono considerati nulli, così come quelli senza un lampeggiante blu acceso sul tetto. La sentenza in questione potrebbe quindi aprire ora la strada a numerosi ricorsi, se si considerano tutti i casi in cui è possibile appellarsi a una visibilità non ritenuta sufficiente dei rilevatori di velocità.
La sentenza fornisce infatti anche una serie di specifiche dettagliate sulla segnalazione dell’autovelox. I cartelli devono essere chiari e leggibili, senza graffiti o altre alterazioni, e di dimensioni tali da permettere una facile lettura. Inoltre, al termine della zona monitorata dall’autovelox, deve essere presente un ulteriore segnale che indichi la fine del controllo. Un’ordinanza specifica poi che il cartello deve essere ripetuto dopo ogni intersezione, vale a dire che se l’autovelox è posizionato a meno di un chilometro dal cartello che indica il limite di velocità, è possibile presentare un ricorso.
La sentenza della Cassazione rappresenta quindi un importante cambiamento di rotta rispetto al regolamento attuale, offrendo un ulteriore strumento di difesa per gli automobilisti che ritengono di essere stati sanzionati ingiustamente, anche se bisognerà limitare il più possibile i ricorsi fittizi o non giustificati.
Pietro Broccanello