Le aziende italiane cercano fornitori italiani
Lo scenario è cambiato, meno delocalizzazione e più prodotto italiano nella catena produttiva. Tiene l’export, nel segno della qualità Made in Italy.
È un dato, secondo l’analisi del Centro studi di Confindustria e Re4It (Reshoring for Italy) sulle strategie di offshoring e reshoring delle imprese manifatturiere italiane, gli imprenditori del nostro Paese sono maggiormente indirizzati verso la ricerca di fornitori connazionali rispetto ad un tempo. I motivi? Senz’altro l’inasprirsi delle tensioni geopolitiche degli ultimi tempi, così come avvenimenti come la Brexit o la pandemia da Coronavirus che hanno influenzato le strategie in ogni lato. È palese infatti che nell’ultimo triennio sia cambiato un po’ tutto nel panorama imprenditoriale italiano, rivelandosi parecchio problematico riuscire a governare le interdipendenze globali produttive e di fornitura del mercato.
Il dato è stato poi confermato anche dall’indagine condotta dal Centro Studi Tagliacarne-Unioncamere ad aprile 2023, ove è emerso che circa il 75% delle aziende intervistate ha acquistato forniture totalmente o parzialmente da imprese estere e il 21% di queste tra il 2016 e il 2020 ha effettuato un backshoring totale o parziale di fornitura. La quota di imprese intervistate dal Centro studi Tagliacarne-Unioncamere che dichiarano un aumento dei fornitori italiani oscilla tra il 15% (se si tratta di locali, cioè presenti nella stessa Regione) e il 20% (al di fuori della Regione).
Lo studio, avviato a giugno 2021 e completato a febbraio 2022, ha visto l’analisi totale di oltre 700 imprese, più del 90% pmi, proprio per garantire un risultato che fosse lo specchio della realtà effettiva.
Andrea Valsecchi