Zelensky alle Nazioni Unite, ma all’Assemblea Generale mancano quasi tutti i leader del Consiglio di Sicurezza
In questi giorni il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è recato a Washington per partecipare alla 78° Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Si tratta della seconda visita del leader ucraino negli Usa e in occasione dell’Assemblea ha tenuto un discorso nel quale ha sottolineato la necessità di rafforzare la capacità delle Nazioni Unite di contrastare l’aggressione russa e al contempo rafforzare il principio di integrità territoriale. Zelenksy ha anche incontrato i soldati ucraini feriti ricoverati allo Staten Island University Hospital dove stanno partecipando a un corso di riabilitazione. Incalzato dai giornalisti, Zelensky ha dichiarato che”se alle Nazioni Unite c’è ancora posto per i terroristi russi, questa non è una domanda per me, penso sia un interrogativo per tutti i membri delle Nazioni Unite”.
La riunione dell’Assemblea Generale dell’Onu è anche l’occasione per una serie di incontri a margine tra i vari leader anche se in questo caso ci sono state delle pesanti assenze. In particolare, alcuni osservatori si sono interrogati sull’utilità di un assemlbea disertata da quattro dei cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. All’appello, infatti, mancavano il presidente francese Emmanuel Macron, impegnato nei preparativi della visita a Parigi di re Carlo III, il primo ministro Britannico, Rishi Sunak, occupato su problemi interni, oltre a Xi Jinping, che ha saltato anche il precedente vertice del G20 e ovviamente non ha partecipato nemmeno Vladimir Putin, su cui pende un mandato di cattura della Corte Penale Internazionale. L’unica potenza nucleare del Consiglio presente sono gli Stati Uniti, Paese in cui ha sede il Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite.
Per oggi, invece, è atteso il discorso della premier Giorgia Meloni, che solleverà davanti agli altri leader la questione dell’emergenza migranti, sottolineando nuovamente che Roma non può essere lasciata da sola a gestire una crisi che riguarda non solo i Paesi che si affacciano sul Mar Mediterraneo, ma l’Europa intera. Un altro tema caldo è quello della riforma dell’Onu. Biden vuole promuovere l’inserimento di nuovi seggi permanenti, una mossa interprerata come un tentativo di corteggiamento verso il Sud del mondo. L’obiettivo di Washington è togliere una sponda a Cina e Russia che stanno cercando di rafforzare, almeno apparentemente, la realtà dei Brics, il raggruppamento di economie emergenti a cui recentemente sono stati invitati a far parte anche Argentina, Etiopia, Egitto, Iran, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti.