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    Ddl revisione incentivi: corsa ad armi pari per imprese e professionisti

    Ddl revisione incentivi: corsa ad armi pari per imprese e professionisti
    Si apre la strada all’equiparazione delle due categorie nell’accesso alle agevolazioni pubbliche. Da definire i presupposti e i casi previsti.
    Corsa ad armi pari per imprese e professionisti. A questi ultimi non sarà più precluso l’accesso agli incentivi pubblici grazie ad un emendamento contenuto all’interno del disegno di legge di revisione degli incentivi recentemente approvato dal Senato che punta a promuovere la parità tra imprese e professionisti.
    Sarebbe in questo modo tracciata la strada verso l’eliminazione della disparità di trattamento tra le due categorie, emersa in maniera significativa specialmente durante il periodo pandemico che aveva visto lo stanziamento di contributi a fondo perduto a favore delle attività colpite dalle restrizioni riservati, almeno all’inizio, soltanto alle imprese. Il disegno di legge di revisione degli incentivi, infatti, all’articolo 2 enuncia una serie di principi e criteri generali per la definizione di un sistema organico degli incentivi alle imprese, tra cui quello secondo cui “la qualificazione di professionista non osta alla possibilità di usufruire di specifiche misure incentivanti ove ne ricorrano i presupposti e ove previsto”.
    Un passaggio promosso dal sottosegretario delle Imprese e del Made in Italy, Massimo Bitonci, che segna un fondamentale cambio di passo verso un’effettiva equiparazione tra professionisti ed imprese ai fini dell’accesso alle agevolazioni. “Si tratta di un risultato storico per Confprofessioni – aveva sottolineato il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, all’indomani dell’approvazione dell’emendamento in Commissione Industria del Senato – che ha sempre sostenuto l’esigenza di garantire pari opportunità a tutte le forze economiche che contribuiscono alla crescita del Paese, eliminando quelle disparità di trattamento che per troppi anni hanno impedito un organico sviluppo delle libere professioni in Italia”.
    Ma se da un lato è aperta una breccia è pur vero che il testo, così formulato, lascia aperte una serie di incognite che si auspica possano trovare una risposta nei successivi decreti attuativi una volta approvata la legge. Stando a quanto è riportato, infatti, l’accesso agli incentivi da parte dei professionisti non sarebbe automatico ma “ove previsto” e vincolato alla sussistenza di determinati “presupposti”, al momento non precisati. Una formula fumosa che ha messo in allarme Confprofessioni, con il presidente Stella che dalle colonne del Sole 24Ore ha sottolineato la necessità di una correzione chiarificatrice, perché “i professionisti devono essere sempre ammessi in automatico”.
    La categoria punta i piedi ma a buon diritto, perché sono ancora molte le forme di incentivazione dalle quali i liberi professionisti risultano esclusi. È il caso, per esempio, del bonus bollette o del credito d’imposta per la formazione 4.0, ma la categoria non ha accesso nemmeno ai contributi per la digital transformation nelle Pmi così come ai finanziamenti della legge Sabatini che agevola l’accesso al credito di micro, piccole e medie imprese per l’acquisto di macchinari, attrezzature, software e tecnologie digitali. Tutti strumenti che consentirebbero al settore delle libere professioni di crescere ed essere sempre più competitivo all’interno del mercato.
    Micol Mulè

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