Kiev si prepara a impiegare gli Abrams M1 e il Cremlino minimizza l’importanza del tank americano
Mosca cerca di minimizzare l’arrivo dei carri armati statunitensi Abrams in Ucraina. Questa settimana il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha annunciato che i tank a stelle e strisce M1 Abrams sono finalmente arrivati a Kiev, anche se non è nota la quantità di mezzi inviati. Annunciati a inizio anno, questi carri armati sono arrivati prima di quanto ci si aspettava anche se, secondo quanto riportato dai media americani, non saranno immediatamente impiegabili sul campo di battaglia dal momento che l’esercito ucraino deve capire come utilizzarli efficacemente. È probabile, tuttavia, che arriveranno altri tank di questo tipo nei prossimi mesi.
Il Cremlino ha fatto sapere che né gli Abrams né alcuna arma occidentale sarà in grado di cambiare gli equilibri, secondo quanto riferito da Ria Novosti. I tanks americani “bruceranno”, hanno spiegato dalla presidenza russa. Quello attuale appare un momento critico per Putin. Gli ucraini hanno dimostrato di essere in grado di colpire il centro nevralgico di comando della flotta russa a Sebastopoli, nella Crimea occupata, hanno ricevuto dalla Gran Bretagna oltre 1.500 attrezzature per lo sminamento, ma soprattutto riceveranno da Washington i missili a lungo raggio Atacms (Army Tactical Missile System).
Questi tipi di missili permetteranno agli ucraini di colpire in profondità i territori occupati dai russi, evitando tuttavia di avvicinarsi eccessivamente al fronte, tutelando così l’integrità di questi importanti (e costosi) sistemi d’arma. La speranza di Kiev è quella di mettere pressione sui russi, creare confusione nelle retrovie e instillare un senso di insicurezza e instabilità in preparazione dello sfondamento delle linee nemiche.