giovedì, Novembre 21, 2024
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    Migranti, Meloni cerca sponde europee e un difficile equilibrio nella maggioranza di governo

    Migranti, Meloni cerca sponde europee e un difficile equilibrio nella maggioranza di governo
    La crisi degli sbarchi sta facendo venire a galla l’eterogeneità della maggioranza di governo e soprattutto i diversi riferimenti internazionali dei partiti della coalizione di centrodestra. Questa settimana, il presidente francese Emmanuel Macron è venuto a Roma per partecipare ai funerali di Giorgio Napolitano e Giorgia Meloni ne ha approfittato per un incontro formale con il collega dell’Eliseo. I due leader sono stati ripresi mentre camminavano da Montecitorio verso Palazzo Chigi e successivamente la premier italiana ha spiegato che “l’incontro è andato molto bene”. L’immagine di Meloni e Macron che passeggiano spalla a spalla sembra consolidare il tentativo del governo di non sembrare isolato in Europa sulla questione dei migranti.
    La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, rappresenta un’altra sponda o perlomeno un altro leader con cui Giorgia Meloni sembra avere un’intesa di fondo sulla necessità di intervenire sulla crisi migratoria. Il quadro, tuttavia, si complica non solo per la lettera che la presidente del Consiglio ha inviato al cancelliere tedesco Olaf Scholz in cui chiede chiarimenti sulla decisione di Berlino di finanziare alcune ONG, ma anche sul fronte interno. Il vicepremier, Matteo Salvini, ha da poco ospitato la leader del Rassemblement National, Marine Le Pen, al raduno di Pontida. Fervida avversaria di Emmanuel Macron, Le Pen è anche convintamente sovranista e non sembra particolarmente disposta a venire incontro alle esigenze italiane nella gestione dei flussi.
    Salvini batte in continuazione il martello finché è caldo, anche in vista delle prossime elezioni europee. Ogni affondo del capo leghista sui migranti e sul comportamento di Francia e Germania mette in difficoltà Giorgia Meloni. La premier, secondo quanto riporta il Corriere della Sera, avrebbe fatto sapere che è inevitabile che gli animi si scaldino quando si avvicina un appuntamento elettorale, tuttavia, tali fibrillazioni “non devono superare il livello di guardia”. Chissà cosa può accadere nei prossimi 250 giorni che ci separano dalle elezioni.

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