Unione Europea alle prese con gli aiuti umanitari a Gaza e la minaccia terroristica in casa
Se da una parte l’Unione Europea si prepara a chiedere a gran voce “corridoi e pause umanitarie” per far entrare a Gaza aiuti per la popolazione civile, dall’altra rimane molto alto il timore per nuovi attentati terroristici sul suolo dei Paesi membri. Quello che è successo in Belgio il 16 ottobre, quando un tunisino ha ucciso due tifosi di calcio svededesi ispirandosi ai dettami dello Stato Islamico, è ancora vivo. Questa settimana, un palestinese ricercato in Beglio è stato arrestato ad Anderlecht: aveva dichiarato “la sua volontà di morire in martire facendosi esplodere” secondo quanto riportano i media belgi. Sembra che avesse preso questa decisione dopo aver saputo che la sua famiglia era morta a Gaza.
Ylva Johansson, Commissaria Ue agli Affari Interni, ha affermato che “c’è un rischio enorme di un aumento della minaccia terroristica nell’Unione europea a causa della situazione in Medio Oriente”. Johansson ha parlato con una serie di quotidiani europei, tra cui il Corriere della Sera, ricordando che, nonostante le valutazioni sul livello di minaccia siano in capo ai singoli Stati membri, Bruxelles sostiene attivamente gli sforzi securitari delle capitali europee anche grazie al nuovo sistema di informazione Schengen che prevede che “che tutte le segnalazioni relative al terrorismo siano condivise con l’Europol”.
Johansson non nasconde che dal continuo flusso migratorio verso l’Ue potrebbe arrivare qualche minaccia terroristica, ma il rischio più grande riguarda coloro che già si trovano sul suolo europeo, soprattutto quegli individui radicalizzati o in fase di radicalizzazione a livello locale. Nel frattempo, Israele fa le prove di invasione: due notti fa l’IDF ha effettuato un’incursione più ampia del solito nella Striscia di Gaza per attaccare le postazioni di Hamas. Un’operazione che ha coinvolto anche carri armati, in vista “delle prossime fasi del combattimento”, ha spiegato l’esercito israeliano su X.