domenica, Novembre 24, 2024
More
    Home Prima pagina Gen Z in crisi di proventi, ma la colpa è loro?

    Gen Z in crisi di proventi, ma la colpa è loro?

    Gen Z in crisi di proventi, ma la colpa è loro?
    Parliamo di cifre che vanno dai 500 euro e fino ad oltre 2.000 euro, e nonostante le cifre siano sostanzialmente relative, solo 1 giovane su 5 pensa a quanti soldi ha a disposizione prima di comprare qualcosa. Ma c’è di più, il 12% dei ragazzi della Generazione Z ricava guadagni da vincite a scommesse, giochi e lotterie, stante soprattutto il fatto che nella società odierna, per avere uno stipendio sicuro e dignitoso bisogna ormai attendere i trent’anni d’età.
    È ciò che emerge dall’indagine di Esdebitami Retake, e condotta da Nomisma, sui giovani della fascia d’età compresa tra i 18 e i 25 anni per indagare le abitudini di spesa e la conoscenza della popolazione circa le dinamiche finanziarie, dati presentati in occasione dell’evento “Gen Z e consapevolezza finanziaria tra digitale, tecnologia e new economy”.
    L’iniziativa, che rientra nel mese dell’educazione finanziaria ed è promossa dal Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria del ministero dell’Economia e Finanza ha riguardato le attitudini a conoscere gli strumenti di pagamento e risparmio più utilizzati dai giovani, ivi comprese le cryptowallet.
    Secondo quanto riportato, in 7 casi su 10 le entrate della Gen Z non sopperiscono le spese, e di conseguenza a supportarli sono i genitori che però “non sempre controllano” le finanze dei loro ragazzi.
    In circa 8 su 10 i giovani hanno avuto negli ultimi 12 mesi denaro proprio da gestire in autonomia, con un’entrata media mensile pari a 842 euro tra “stipendi” arraffati, paghetta e regali, scenari completamente distanti da quella che era la situazione solo venti o trent’anni fa quando a vent’anni un giovane era sostanzialmente già nelle condizioni di potersi mantenere, di comprare casa e metter su famiglia. Tutta utopia oggi. Dei denari a disposizione, infatti solo il 57% deriva da piccole attività lavorative, in ogni caso non sufficienti per mantenersi. Meno del 40% dei ragazzi ha infatti un’occupazione lavorativa più o meno stabile, e nel complesso rimane elevato il supporto da parte della famiglia nella copertura delle spese mensili: ben il 62% di chi lavora e il 72% di chi non lavora non riesce infatti a far fronte alle spese mensili, anche per una frequente difficoltà a gestire in modo consapevole l’equilibrio tra risorse disponibili e spese, complice soprattutto una società dove si richiede sempre più specializzazione e dove il titolo di studio delle scuole superiori è ormai svilito e di fatto carta straccia. D’altra parte, vige anche sotto questo aspetto il principio economico della domanda e dell’offerta: quando ad entrare in possesso del titolo è sostanzialmente il 100% della popolazione, senza sconti, ecco che naturalmente il mercato richiede sempre un quid pluris.
    Rispetto alle spese, solo il 42% dei giovani tra i 18 e i 22 anni sostiene di valutare attentamente l’opportunità di fare o meno un acquisto in base alle proprie disponibilità finanziarie (39% nel caso di ragazzi tra i 23 e 25 anni). L’accorgimento più comune è quello di fissare un limite di spesa giornaliero o settimanale cercando di non superarlo.
    Resta però allarmante che 1 ragazzo su 5 non pensi a quanti soldi abbia a disposizione prima di effettuare un acquisto, magari pensando di andare avanti per qualche tempo “a debito” confidando che presto ci possa essere un’inversione di tendenza, chiamata anche “stipendio dignitoso” e conseguentemente “stabilità economica”.
    “La fotografia scattata dall’indagine Nomisma evidenzia una mancanza di consapevolezza delle dinamiche finanziarie molto diffusa tra i più giovani, ma anche in seno alle loro famiglie di origine” ha commentato Luigi Ursino, presidente Esdebitami Retake. “In questo contesto – ha aggiunto – si inserisce l’incontro formativo odierno che, partendo dalle lacune evidenziate, intende trasferire a giovani, docenti e scuole pillole formative utili per gestire le proprie finanze in modo più consapevole, evitando così di commettere errori, fare scelte economiche avventate e cadere in situazioni di sovraindebitamento”.
    Per Nicola Ferrigni, professore associato di Sociologia alla Link Campus University di Roma e Direttore Osservatorio permanente sui giovani Generazione Proteo, “nel vissuto dei ragazzi della Generazione Z “prevale la dimensione affettiva e relazionale come dimostra la centralità del rapporto dei giovani con la famiglia, quale principale influencer delle proprie scelte, anche in materia economico-finanziaria”. “La priorità accordata alla sfera valoriale trova riscontro nell’attenzione dei giovani al proprio benessere psico-fisico: il well-being esula infatti da una dimensione materiale, per riconnettersi con la centralità della ‘sfera del sé’, quale punto di arrivo delle scelte e delle proiezioni future” ha indicato inoltre il sociologo, ma tralasciando che tutto ciò, per un giovane, non è necessariamente dovuto ad una incapacità di valutazione, ma molte volte dato dal fatto che alternative non ce ne sono, almeno nella società odierna.
    Andrea Valsecchi

    Most Popular

    Oltre 118.000 imprese italiane a rischio usura: un fenomeno allarmante

    Negli ultimi tempi, l'Italia sta affrontando un preoccupante aumento del numero di aziende in difficoltà economica, con oltre 118.000 imprese esposte al rischio di...

    “Le Monde”: l’economia tedesca in crisi preoccupa Brescia e la sua industria

    In un approfondimento firmato dal giornalista Allan Kaval e pubblicato dal prestigioso quotidiano francese Le Monde, si esplora il legame tra Brescia, una delle...

    Ucraina, Volodymyr Zelensky a Fox News: “Al momento non abbiamo forze per respingere Putin ai confini del 1991”. L’ipotesi è di riprendersi la Crimea...

    Dopo quasi tre anni di guerra e centinaia di migliaia di morti, gli ucraini continuano a resistere all'aggressione russa, ma fanno anche i conti...

    2024: Un’analisi del PIL Regionale e le sfide per l’economia italiana

    L'aggiornamento autunnale di Banca d'Italia ha mostrato un rallentamento significativo nell'economia lombarda, con una crescita del PIL contenuta allo 0,4%, segnando una netta discontinuità...

    Recent Comments