Artigianato lombardo: nel 2023 tiene e cede solo lo 0,7%
Il 35% delle imprese attive in Lombardia è artigiano: 235mila attività con 520mila addetti, di cui oltre un terzo nell’edilizia. Ma a ridurre il saldo tra aperture e chiusure sono le imprese guidate da cittadini stranieri. Il segretario di Unione Artigiani: “Senza i giovani è a rischio il futuro del settore”.
Tiene nel 2023 l’artigianato lombardo che cede solo lo 0,7% su base annua. Sono però le nuove imprese guidate da cittadini non italiani a ridurre il saldo tra aperture e chiusure. Nel milanese, in particolare, la più alta concentrazione di titolari stranieri, quasi uno su tre, in gran parte attivi nel settore edilizia e pulizie. È quanto emerge dall’analisi dei dati del Registro Imprese lombardo, aggiornati all’ultimo trimestre ed elaborati da Unione Artigiani. Una fotografia che mostra un settore apparentemente ancora in salute ma con un “outlook” da osservato speciale.
In Lombardia le imprese artigiane rappresentano il 35% delle aziende attive in regione: sono oggi 234.496 su un totale di 819.959. Rispetto allo stesso periodo registrano un calo rispetto all’anno precedente pari -0,7%, un segno negativo che consolida una tendenza negativa del -4,5% sempre regionale rispetto al rilevamento di cinque anni fa, con un calo più significativo a Mantova (-12,7%), seguita da Cremona, Pavia e Varese, tutte al -7,2% sul 2018. In positivo, in termini di saldo delle imprese attive, si registrano quest’anno soltanto le province di Milano (+0,3%) e Monza (+0,4%). In particolare, nell’area metropolitana di Milano le imprese sono 67.401, di cui 6.456 con titolare <35, 11.327 a guida femminile e 20.860 con titolare straniero, in provincia di Monza e Brianza si conta un totale di 21.582 imprese, di cui 2.061 guidate da giovani, 3.271 a guida femminile e 4.039 con titolare straniero.
Guardando ai dipendenti delle aziende artigiane, in Lombardia si supera il mezzo milione di addetti, per l’esattezza 517.595, che corrispondono a circa il 14% del totale della forza lavoro lombarda con un contratto di assunzione, ovvero oltre 3,5mln di persone. L’area metropolitana di Milano e la provincia di Monza e Brianza occupano rispettivamente 127.915 e 44.223 addetti. Oltre un terzo della forza lavoro è impegnato nella filiera dell’edilizia (inclusi manutentori, installatori, elettricisti), restano comunque significativi i numeri degli addetti alla metalmeccanica e ai servizi alla persona, come parrucchieri ed estetiste, alla produzione alimentare e della ristorazione, del settore tessile e con un’impennata nell’autotrasporto e nelle consegne a domicilio.
“Le nostre ditte operano a pieno regime ma non riescono ad evadere rapidamente le commesse dei clienti o a svilupparsi perché non trovano lavoratori, del resto ne mancano almeno 40mila solo a Milano – commenta Marco Accornero, segretario di Unione Artigiani – e senza manodopera, da formare in gran parte con l’esperienza, non si aprono nuove imprese”. Le aziende artigiane hanno ora di fronte tre strade: “Resistere, sperando in una svolta o in una cessione, rinunciare alle attività specialistiche, oppure pianificare la propria chiusura – conclude Accornero -. Il tempo delle scelte per molte è oramai esaurito”.
Un supporto potrebbe arrivare da Regione Lombardia che, come ha annunciato recentemente l’assessore allo Sviluppo economico, Guido Guidesi, presentando le ultime novità in tema di sostegno alle filiere, ha aperto un bando da 34 milioni di euro per sostenere la capacità di innovazione, produzione e investimento delle imprese. Un percorso che ha la precisa volontà di riconoscere e supportare il rafforzamento, la resilienza e la competitività delle filiere produttive e di servizi e degli ecosistemi industriali ed economici del territorio, sviluppando misure specifiche a supporto.