L’economia rallenta e frena i prestiti: -3,6%, secondo l’Abi
L’Associazione Bancaria Italiana ha pubblicato il suo rapporto mensile che evidenzia una diminuzione del 3,6% dei prestiti a imprese e famiglie rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Questa tendenza è attribuita principalmente al rallentamento della crescita economica che a sua volta ha depresso la domanda di prestiti, ma nonostante ciò l’Abi sottolinea che non c’è una stretta creditizia in corso, in quanto gli impieghi, al netto delle cartolarizzazioni, sono ancora superiori ai livelli pre-COVID di settembre 2019.
Gianfranco Torriero, vice direttore generale dell’Abi, ha spiegatoche anche la Banca d’Italia ha segnalato come le imprese stiano rivedendo i piani di investimento a causa della politica monetaria della BCE e delle prospettive economiche generali. Parallelamente alla diminuzione dei prestiti si registra un aumento dei tassi medi sui nuovi mutui, e secondo il rapporto mensile dell’Abi a ottobre 2023 i tassi sono saliti al 4,37%, rispetto al 4,21% di settembre. Anche i tassi medi sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese hanno registrato un incremento, passando dal 5,35% di settembre al 5,45% ad ottobre. Nel complesso il tasso medio complessivo dei prestiti è stato del 4,70% ad ottobre, rispetto al 4,61% di due mesi fa.
Il rapporto diffuso dall’Abi segnala anche un aumento dei tassi sui conti correnti bancari, che sono passati dallo 0,47% di settembre all’0,51% ad ottobre. Inoltre il tasso praticato sui nuovi depositi a durata prestabilita, come i certificati di deposito e i depositi vincolati, è stato del 3,57% ad ottobre, ma già a settembre questo indice era superiore a quello medio dell’area dell’euro, raggiungendo il 3,56% in Italia contro il 3,42% del resto dell’area euro.
Rispetto a giugno 2022, quando si è registrato l’ultimo mese prima dei rialzi dei tassi della BCE, l’incremento dei tassi è stato molto significativo, passando dallo 0,29% di giugno 2022 al 3,57% di ottobre di quest’anno, con un aumento di 328 punti base. Anche il rendimento delle nuove emissioni di obbligazioni a tasso fisso è aumentato, passando dal 1,31% di giugno 2022 al 4,47% diottobre, con un incremento di 316 punti base.
Complessivamente, quindi, nello scorso mese il tasso medio dei depositi (che include i certificati di deposito, i depositi a risparmio e i conti correnti) è aumentato allo 0,92% rispetto allo 0,86% di settembre. Nettamente maggiore il divario se si pensa che agiugno 2022 tale tasso era solo dello 0,32%.
L’evoluzione dei tassi di interesse e la diminuzione dei prestiti riflettono certamente le dinamiche complessive dell’economia, che si trova ad affrontare una fase di rallentamento piuttosto brusco, rispetto a cui sarà necessario monitorare attentamente queste tendenze e adattare le strategie di prestito e investimento di conseguenza.
Pietro Broccanello