Israele-Hamas, da oggi tregua di quattro giorni. Ma Tel Aviv avverte: scaduto l’accordo continueremo la guerra
A 46 giorni dal pogrom di Hamas contro i civili israeliani, ieri è stato raggiunto un accordo per una tregua di quattro giorni tra Tel Aviv e il gruppo terroristico palestinese. Dalle 10 di oggi, giovedì 22 novembre, le due parti in conflitto hanno deciso di interrompere gli scontri per 96 ore: durante questo periodo, Hamas libererà 50 degli oltre 230 ostaggi detentui nella Striscia di Gaza. Israele, invece, libererà 150 detenuti palestinesi. La maggior parte dei 50 ostaggi che verranno rilasciati dal gruppo terrostico hanno cittadinanza straniera, secondo quanto spiegato dall’esponente di Hamas, Moussa Abu Marzouk, in un’intervista ad Al Jazeera. È previsto anche l’invio di numerosi camion di aiuti umanitari nella Striscia.
Il raggiungimento dell’accordo è stato possibile grazie alla mediazione del Qatar, ma ai negoziati hanno partecipato anche gli Stati Uniti. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha fatto sapere che i 50 ostaggi che Hamas libererà saranno donne e bambini e così sembra che farà anche Tel Aviv con i detenuti palestinesi. Per il popolo israeliano la priorità è il ritorno dei propri cari presi in ostaggio il 7 ottobre, e il governo lo sa. Netanyahu, infatti, ha dichiarato che la tregua verrà prolungata di un giorno ogni 10 nuovi ostaggi che Hamas libererà.
Per Israele, tuttavia, la tregua non pone le basi per un più ampio negoziato verso la fine dello scontro. Quando sarà terminata la tregua, Tel Aviv “continuerà la guerra”, ha fatto sapere l’esecutivo: “Il governo di Israele, l’esercito
israeliano e i servizi di sicurezza continueranno la guerra per riportare indietro tutti gli ostaggi, ottenere l`eliminazione di Hamas e garantire che non vi sia alcuna nuova minaccia per lo Stato di Israele da Gaza”, si legge in un comunicato governativo.