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    Regolamento imballaggi, Salini: “Salvato il modello del riciclo e il sistema industriale e agricolo italiano”.

    Regolamento imballaggi, Salini: “Salvato il modello del riciclo e il sistema industriale e agricolo italiano”.
    Il testo del Ppwr è passato a larga maggioranza nella seduta plenaria dell’Europarlamento. Approvata versione più soft rispetto alla proposta iniziale della Commissione. Decisivi gli emendamenti di Forza Italia – PPE che impediscono la deriva verso il riuso.
    “Come Forza Italia e PPE abbiamo ottenuto una grande vittoria su tutta la linea, salvando il modello del riciclo e il sistema industriale e agricolo italiano: le nostre richieste sono state accolte sia nell’articolo 22 che nell’articolo 26: se ricicli sei premiato e puoi continuare a farlo, no a target insostenibili di riuso. Abbiamo così bloccato la deriva UE verso il riuso spinto, sventando le minacce più insidiose al sistema industriale italiano, al modello di consumo dei cittadini e allo sviluppo economico dell’Europa”. Commenta così l’europarlamentare di Forza Italia Massimiliano Salini, l’esito del voto nella plenaria di Strasburgo sul testo del nuovo regolamento imballaggi (Ppwr – Packaging and packaging waste regulation), approvato a larga maggioranza con 426 voti favorevoli, 125 contrari e 74 astensioni.
    Un risultato ottenuto grazie ad una serie eccezionale di emendamenti – circa duemila tra Commissioni e plenaria – che hanno consentito di apportare modifiche sostanziali al testo della Commissione ENVI, per tornare all’obiettivo originario: non ridurre gli imballaggi ma diminuire i rifiuti: “Mantenendo le confezioni monouso, da un lato salvaguardiamo la sicurezza dei cittadini, in primis nel settore alimentare, dall’altro diminuendo i rifiuti tuteliamo l’ambiente – spiega Salini, relatore per il PPE sul nuovo regolamento imballaggi -. In questo modo preserviamo i prodotti monouso riciclabili, che dopo l’utilizzo non diventano rifiuti ma entrano nella filiera della “circular economy” come materia prima per nuovi prodotti”. Un ambito che vede l’Italia tra i Paesi europei più virtuosi in tema di riciclo: “Il nostro Paese è la potenza manifatturiera che con le sue best practice può consentire all’UE di centrare prima e meglio gli obiettivi nell’economia circolare – aggiunge -. Ancora volta, in Europa, la compattezza del centrodestra consente una solida difesa del nostro sistema Paese, rimediando alle dannose divisioni interne della sinistra”.
    “Grazie ai nostri emendamenti – prosegue l’europarlamentare forzista -, siamo riusciti in particolare a trovare un punto di equilibrio tra riciclo e riuso, cambiando l’allegato 5 dell’articolo 22 (restrizione all’uso di determinati formati di imballaggio, ndr) in funzione del principio di sicurezza alimentare e tutela della salute pubblica, rivedendo drasticamente l’elenco degli imballaggi monouso vietati dalla Commissione, inoltre il Parlamento dovrà essere coinvolto nelle modifiche dell’allegato, impedendo decisioni unilaterali della Commissione”. In questo modo la gran parte degli imballaggi monouso a contatto con gli alimenti, ritenuti più sicuri rispetto al prodotto riutilizzabile, resterà sul mercato unico europeo. Al fast-food non si dovrà quindi bere da bicchieri utilizzati da altri e lavati decine di volte, evitando ingenti sprechi di acqua e detergenti, così come al supermercato frutta e verdura, a prescindere dal peso, conserveranno le caratteristiche di sicurezza, freschezza e salubrità garantite dalle confezioni monouso riciclabili.
    Vittoria anche sull’articolo 26 che stabilisce una serie di obiettivi specifici in materia di riutilizzo e ricarica per diversi settori e formati di imballaggio utilizzabili per diverse categorie merceologiche: “Massima cautela nei target del riuso, che può funzionare solo a determinate condizioni – sottolinea Salini -. Le istituzioni europee dovranno rivedere corposamente gli obiettivi di riuso in funzione del “life cycle assessment”, valutando il ciclo vita degli imballaggi e calcolando tutti i fattori in gioco”.
    Una risoluzione legislativa più soft, rispetto a quella inizialmente proposta dalla Commissione, quella adottata dall’Europarlamento, che costituirà il mandato per i prossimi negoziati con i governi dell’UE una volta che il Consiglio avrà adottato la propria posizione. Il Parlamento ha sostenuto obiettivi generali di riduzione dei rifiuti prodotti dagli imballaggi proposti nel regolamento: il 5% entro il 2030, il 10% per il 2035 e il 15% entro il 2040. I deputati hanno poi proposto obiettivi specifici di riduzione dei rifiuti per gli imballaggi in plastica nella misura del 10% entro il 2030, 15% entro il 2035 e 20% entro il 2040. Tra gli obiettivi, anche lo stop alla vendita di sacchetti di plastica molto leggeri (inferiori a 15 micron), a meno che non siano necessari per motivi igienici o forniti come imballaggio primario per alimenti sfusi, per aiutare a prevenire lo spreco di cibo. Gli eurodeputati puntano anche a limitare fortemente l’uso di alcuni formati di imballaggio monouso, le confezioni in miniatura degli hotel per i prodotti da toilette e le pellicole termoretraibili per le valigie negli aeroporti. Non ultima, la richiesta di vietare l’uso delle cosiddette “forever chemicals” aggiunte intenzionalmente (sostanze alchiliche per- e polifluorurate o PFAS) e del bisfenolo A negli imballaggi a contatto con gli alimenti per prevenire effetti negativi sulla salute. Nel testo adottato, i deputati chiariscono i requisiti per il riutilizzo o la ricarica degli imballaggi, specificando che i distributori finali di bevande e cibi da asporto nel settore della ristorazione (inclusi hotel, ristoranti e bar) dovrebbero offrire ai consumatori la possibilità di portare e utilizzare il proprio contenitore. Al fine poi di migliorare la raccolta e il riciclo dei rifiuti di imballaggio, le norme adottate dai deputati prevedono che tutti gli imballaggi siano riciclabili e rispondano a una serie di criteri rigorosi da definire attraverso la legislazione secondaria, con alcune eccezioni temporanee, ad esempio per gli imballaggi alimentari in legno e cera.
    Il Ppwr si inserisce in un contesto che vede in costante aumento dei rifiuti da imballaggio: complessivamente nell’UE si è passati da 66 milioni di tonnellate nel 2009 a 84 milioni di tonnellate nel 2021 e, nello stesso anno, ogni europeo ha prodotto in media 188,7 kg di rifiuti da imballaggio. Cifra che si prevede in aumento in assenza di specifiche misure.

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