Gaza: alla ricerca di una tregua prolungata
La tregua tra Israele e Hamas sembra reggere a tal punto che si lavora a un ulteriore prolungamento. L’altro ieri c’è stato uno scambio di accuse su una violazione dei termini della tregua ma alla fine Hamas ha liberato in tarda serata 12 ostaggi e Israele 30 donne e minorenni palestinesi. Ieri alcuni media egiziani hanno annunciato un’intesa preliminare per prolungare la tregua, in scadenza stamattina, di altri due giorni, mentre una fonte vicina ad Hamas ha dichiarato all’agenzia Afp che il gruppo terroristico palestinese sarebbe pronto a un prolungamento di quattro giorni.
A Doha, la “Ginevra del Medio Oriente” assurta a nuova capitale dei negoziati geopolitici, diversi attori sono al lavoro su una proroga. Il primo ministro del Qatar, Mohammed Bin Abdulrahman al-Thani, ha accolto a Doha il capo del Mossad, David Barnea, il direttore della Cia, William Burns, e il numero uno dei servizi segreti dell’Egitto, Abbas Kamel. Secondo alcuni media internazionali, l’obiettivo dei negoziati in corso a Doha è ambizioso: si punta a raggiungere un cessate il fuoco permanente, un risultato che aiuterebbe a minimizzare i rischi di un allargamento del conflitto. Tuttavia, questa ipotesi rimane parecchio velleitaria in quanto collide con uno degli obiettivi militari principali di Israele: la distruzione di Hamas.
Nel governo di Tel Aviv c’è chi insiste per la ripresa dello scontro. Itamar Ben Gvir, ministro della Sicurezza nazionale di estrema destra, ha minacciato di far cadere il governo Netanyahu in caso Tel Aviv non riprenda il conflitto contro Hamas: “Fermare la guerra = mandare in frantumi il governo” ha dichiarato Ben Gvir in un comunicato. Nel frattempo, secondo quanto riportato dal quotidiano Haaretz, Hamas ha intenzione di liberare tutti gli ostaggi che hanno doppia cittadinanza, israeliana e russa, come segno di “ringraziamento” nei confronti di Vladimir Putin. Lo avrebbe annunciato il numero due del gruppo terroristico, Mousa Abu Marzuk.