L’impatto del volontariato in Italia sul tessuto sociale ed economico
Ieri, 5 dicembre, si è celebrata La Giornata Internazionale del Volontariato, istituita nel 1985 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite con l’obiettivo di incoraggiare il lavoro dei volontari in tutto il mondo. Il titolo di questa edizione è stato “Il potere dell’azione collettiva: se lo facessero tutti”.
Parlando in numeri, sono 862,4 i milioni di volontari nel mondo, di cui Italia sono 4,7 milioni circa impegnati su diversi fronti. Sono poi 363 mila le istituzioni non profit attive in Italia secondo l’Istat. Ma perché sono così importanti questi numeri? Perché l’impatto che ha il volontariato sui territori e sul tessuto sociale – ma anche sul tessuto economico, sopperendo talvolta anche a mancanze strutturali dei servizi, dovute proprio a ragioni economiche – è un impatto fondamentale per il Paese.
Il valore dell’agire collettivo ha infatti un’importanza che va molto al di là della pura e semplice vocazione e risponde a ben altre dinamiche che riguardano la gratuità ma non solo: secondo un articolo di inizio 2023 del Sole 24 Ore, infatti, l’Italia è un Paese a fortissima vocazione solidale, con attività non profit stimate a 84 miliardi di euro nel 2022 e un impatto reale che sfiora quasi i 100 miliardi di euro, considerando in totale l’attività dei milioni di volontari impegnati ogni giorno in varie attività.
Questo è quanto emerso in occasione della presentazione del Rapporto “Sussidiarietà e… sviluppo sociale” di un anno fa circa, realizzato dalla Fondazione per la Sussidiarietà, in collaborazione con Istat, e i numeri di oggi sembrerebbero rimasti costanti durante questo anno, mantenendo invariata l’importanza del volontariato per la nostra società e anzi consolidando il suo apporto.