CARBONE ELETTRICO
Sono quelle notizie che da una parte fanno sorridere e dall’altra ti fanno asciugare le lacrime. Eravamo stati avvisati, e ne abbiamo subito le conseguenze economiche certificate in bolletta, che con la guerra tra Russia e Ucraina gli aumenti energetici avrebbero avuto un preoccupante aumento generalizzato, ma il motivo dell’impennata dei costi è di altra natura, ma ci arriviamo tra poco. Intanto c’è chi corre ai ripari. Alla Cop28 ben 200 Paesi, hanno firmato il documento sulla necessità di fermare l’utilizzo dei combustibili fossili entro il 2050 per difendere il clima e per il bene dell’umanità. Sembrerebbe che tutti insieme appassionatamente stiamo uscendo dalla crisi ambientale ed energetica se non fosse per un dettaglio di non poco conto.
Il rapporto 2023 dell’Aie attesta un dato a dir poco paradossale. E’ proprio la
“transizione energetica” il fattore trainante dell’aumento record di utilizzo del carbon fossile. In soldoni la colpa dell’alto consumo di combustibili fossili è l’auto elettrica, proprio colei che dovrebbe collaborare ad evitare il disastro ambientale. Il nickel è infatti il metallo più richiesto per la produzione delle batterie dei veicoli di nuova generazione. l’Indonesia è il primo fornitore mondiale di nickel la cui lavorazione necessita di una tecnica che comporta un elevatissimo dispendio di energia e enormi emissioni di CO2 prodotte dall’utilizzo del carbone ricavato a sua volta dalla deforestazione indonesiana. Gli altri Paesi produttori di ingenti quantità del metallo del futuro sono Cina e India, i maggiori inquinatori del globo insieme agli Stati Uniti. A chi si chiede di diminuire drasticamente l’industria a carbone si domanda di produrre nickel tramite l’utilizzo del carbone stesso.
La notizia corrobora il pensiero, tacciato come antiscientifico, che l’operazione “carbone zero” non sia dettata dall’ecoansia di coloro che ritengono che se non corriamo al più presto ai ripari del cambiamento climatico diminuendo la temperatura del globo su cui viviamo, siamo destinati all’Armageddon, piuttosto dall’intenzione di operare una “transizione economica” a favore della grande finanza.
Giovanni Zola