Confindustria: stagnazione e stime Pil al ribasso
Secondo l’analisi condotta dal Centro studi di Confindustria l‘economia italiana si trova in una fase di stagnazione. Nonostante l’inflazione sia tornata sotto controllo l’economia rimane debole, con difficoltà soprattutto nel settore industriale e nei servizi. La tendenza opposta proviene invece dal settore turistico, che ha mostrato significativi margini di miglioramento dopo i numeri record registrati nel periodo successivo alla pandemia.
Secondo l’analisi di Confindustria il turismo sta giocando un ruolo fondamentale nel sostenere l’economia, grazie a un aumento del 4,1% delle esportazioni di servizi fino a settembre e alla spesa senza precedenti dei turisti stranieri in Italia. In particolare il settore alberghiero ha beneficiato di un vero e proprio boom, con un fatturato dei servizi di alloggio in crescita del 28,8% nel terzo trimestre rispetto al 2019. Secondo Booking il 41% degli albergatori italiani prevede che il 2023 sarà l’anno con il fatturato più alto di sempre.
Nonostante i risultati positivi, però, per Confindustria ci sono ancora margini di crescita, soprattutto nel settore dell’alloggio. L’utilizzo dei letti negli esercizi alberghieri è aumentato al 48,3% nel 2022 rispetto al 49,0% nel 2019 e si prevede che continuerà a crescere nel 2023. Inoltre le strutture non alberghiere stanno registrando una crescita più rapida rispetto agli alberghi, il che significa che gli arrivi in Italia possono ancora aumentare, ma le prospettive rimangono incerte fino a quando non si raggiungerà una crescita pari a quella pre-pandemica.
A livello complessivo invece Bankitalia ha rivisto al ribasso le stime sulla crescita del Pil per il 2024 a causa dei segnali di una debolezza congiunturale prolungata, mentre le previsioni per il 2025 sono state aumentate grazie alle ipotesi di tassi di interesse leggermente più contenuti desunte dai mercati finanziari. Nel 2023 si prevede un aumento del +0,7% del Pil, che diminuirà ulteriormente al +0,6% nel 2024, mentre nel biennio successivodovrebbe esserci un aumento dell’economia fino al +1,1% se si confermeranno condizioni finanziarie più favorevoli.
Sempre secondo Bankitalia si prevede una significativa frenata dell’inflazione nei prossimi tre anni, con un tasso di crescita al di sotto del 2%, che è l’obiettivo della Bce. La riduzione dell’inflazione riflette principalmente la diminuzione dei prezzi delle materie prime e dei prodotti intermedi, compensata solo in parte dall’aumento delle retribuzioni. Nel frattempo il debito pubblico ha raggiunto un nuovo record a ottobre, superando i 2.8 miliardi di euro, principalmente a causa dell’aumento delle disponibilità liquide del Tesoro e del fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche.
Le entrate tributarie hanno registrato un aumento del 7% nei primi dieci mesi del 2023 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso,principalmente grazie alla crescita delle imposte indirette come l’IVA, sostenuta dall’aumento dei consumi nel settore turistico. Anche se da solo l’aumento delle entrate tributarie potrebbe non essere sufficiente a compensare l’aumento delle spese pubbliche e a ridurre il deficit fiscale, e sarà necessario l’aumento anche in altri settori per migliorare l’impatto complessivo sul Pil.
Pietro Broccanello