Confezioni più piccole e prezzi simili, il fenomeno della sgrammatura
È capitato a tutti prima o poi: il pacco che prima bastava per fare la pasta due volte, di colpo smette di essere sufficiente per la volta successiva. Si chiama shrinkflation, in italiano sgrammatura, ed è un fenomeno a cui prestare attenzione mentre si fa la spesa. Se ne è molto discusso ultimamente perché ha preso sempre più piede, ma c’è un ma, in Europa infatti già diversi Paesi si sono attivati per arginare il fenomeno, facendo sì che venga comunicata meglio sia la riduzione di quantità, sia il cambio di confezione.
Si tratta infatti, spesso, di un inganno per il consumatore, che è convinto il prezzo del prodotto non sia cambiato. Ed in effetti non è cambiato apparentemente, ma andando a pesare il prodotto sì. In Francia – riporta il quotidiano Avvenire – «nei mesi scorsi, il gigante della distribuzione Carrefour ha attuato una vera campagna anti-shrinkflation, segnalando con degli adesivi quei prodotti che si erano “ristretti” come quantità, pur costando lo stesso, se non di più. E la stessa Carrefour, appena nei giorni scorsi, ha comunicato ai suoi clienti in quattro Paesi europei, Italia compresa, che non venderà più prodotti come la Pepsi, le patatine Lay e la 7up perché sono diventati troppo costosi. In Ungheria, nel frattempo, contro la shrinkflation è arrivato nei giorni scorsi addirittura un provvedimento del governo».
A questo problema si aggiunge un tema più ampio, di difficoltà economiche generalizzate, con il potere d’acquisto dei consumatori fortemente diminuito negli ultimi anni a causa di una concomitanza di fattori che si sono trascinati, come il Covid, la crisi energetica e i problemi ambientali. Come riporta sempre Avvenire, «la decisione di Carrefour di bandire i prodotti del gruppo PepsiCo per “gli inaccettabili aumenti di prezzo”, è solo l’ultimo segnale del braccio di ferro tra rivenditori e giganti dell’industria alimentare globale». Qualcosa di simile è accaduto anche con altri prodotti in altri Paesi, come per esempio Germania e Belgio.
L’inflazione si fa sentire infatti soprattutto sulla spesa: in Italia i prezzi dei prodotti alimentari e delle bevande analcoliche sono aumentati di oltre il +20% nell’ultimo periodo e si prevede un’ulteriore crescita in vista per il 2024, perciò diventa fondamentale ipotizzare al più presto interventi che possano andare incontro a questa situazione così complessa.