Bce: economia debole ma in ripresa
La Bce ha annunciato la volontà di mantenere i tassi d’interesse fermi al 4,50%, una decisione che rappresenta la terza pausa dopo la serie di dieci rialzi consecutivi che era cominciato a luglio 2022. La presidente della Bce Christine Lagarde ha dichiarato che l’economia rimane in una situazione di debolezza, ma prevede una ripresa nel corso dell’anno.
La Banca Centrale ha deciso di mantenere i tassi invariati in quanto “le nuove informazioni hanno confermato sostanzialmente la sua valutazione precedente circa le prospettive di inflazione a medio termine”. Nonostante un effetto base al rialzo sull’inflazione complessiva legato all’energia, si è evidenziata una tendenza al ribasso dell’inflazione di fondo. La presidente Lagarde ha sottolineato che i tassi di interesse precedenti continuano a influenzare le condizioni di finanziamento, che risultano restrittive e frenano la domanda, contribuendo quindi al calo dell’inflazione.
La Bce si è dimostrata determinata nel suo intento di assicurare la riduzione dell’inflazione all’obiettivo del 2% a medio termine, confidando nel fatto che secondo le previsioni attuali i tassi d’interesse si troveranno a un livello che, se mantenuto per un periodo sufficientemente lungo, contribuirà in modo significativo al raggiungimento della soglia auspicata. Le future decisioni del Consiglio direttivo saranno prese in modo da mantenere i tassi sufficientemente restrittivi “fino a quando sarà necessario”.
Il Consiglio direttivo della Bce ha anche ribadito che continuerà a seguire come sempre un approccio guidato dai dati per determinare il livello e la durata adeguati della restrizione da applicare, e che le decisioni sui tassi d’interesse si baseranno sulla valutazione delle prospettive di inflazione tenendo conto dei nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria.
Christine Lagarde ha infine commentato che probabilmentel’economia della zona euro risulterà stagnante relativamente all’ultimo trimestre del 2023 e comunque debole nel primo trimestre del 2024, ma alcuni indicatori suggeriscono possibili segnali positivi di ripresa nel corso nell’anno. Si prevede infatti che l’inflazione, che è già scesa al 2,9% a dicembre, diminuirà ulteriormente nel corso del 2024 con la conseguente possibilità di ridurre le restrizioni sui tassi.
Pietro Broccanello