Nel 2023 gli italiani hanno speso di più per acquistare meno
Nel 2023, l’Italia ha assistito a un paradosso economico: un incremento del 2,8% nelle vendite al dettaglio in valore, trainato principalmente dai beni alimentari, a fronte di un calo dei volumi del 3,7%. In estrema sintesi, gli italiani hanno speso di più per acquistare meno. “È un fenomeno che riguarda sia i prodotti alimentari sia quelli non alimentari,” ha evidenziato l’Istat, ponendo l’accento su una grande distribuzione che ha visto il più significativo aumento in valore (+5,3%), con i discount alimentari in particolare che hanno registrato un balzo dell’8,2%. Tuttavia, il mese di dicembre ha mostrato un calo congiunturale dello 0,1% in valore e dello 0,5% in volume, segnando una tendenza negativa che si è protratta per tutto l’ultimo trimestre del 2023. “In termini congiunturali, abbiamo assistito a un incremento delle vendite in valore di solo lo 0,3% e a una flessione in volume dello 0,2%,” sottolinea l’Istat.
Le associazioni di categoria dei consumatori hanno espresso preoccupazione per la crescente pressione economica. Gabriele Melluso, presidente di Assoutenti, ha commentato così i dati: “Abbiamo registrato una contrazione in volume del -3,9% nelle vendite dei prodotti alimentari, a fronte di un aumento in valore del 5,8%. Questo significa che le famiglie, pur avendo messo in tavola meno cibo e bevande rispetto all’anno precedente, si sono ritrovate a spendere di più”. Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, definisce i dati “sconfortanti,” rilevando come l’inflazione abbia creato un’illusione ottica di crescita, mentre in realtà il potere d’acquisto delle famiglie è diminuito significativamente.
Le imprese non sono meno preoccupate. La Coldiretti evidenzia le anomalie lungo la filiera, con prezzi che aumentano in modo sproporzionato dal campo alla tavola. “Il prezzo del grano pagato agli agricoltori è di circa 24 centesimi, mentre un chilo di pane arriva a costare tra i 3 e i 5 euro”. L’Ufficio Studi di Confcommercio e l’Ufficio economico Confesercenti hanno sottolineato le difficoltà per le piccole imprese, particolarmente colpite da questa situazione. “Speriamo che la stagione dei saldi possa contribuire a migliorare la situazione,” auspica Confcommercio. Infine, Alberto Buttarelli, presidente di Federdistribuzione, prevede un futuro incerto, influenzato dagli effetti dell’inflazione e dalle tensioni geopolitiche: “La situazione nel Mar Rosso potrebbe ulteriormente complicare le cose per il comparto non alimentare” le sue parole a riguardo.