Nato, Stoltenberg: nessuna minaccia militare immediata da parte della Russia ma siamo determinati a proteggere tutti gli alleati
L’importanza di una deterrenza credibile. Dopo il crollo dell’Urss era finita in solaio, ma con la rinnovata aggressività russa e le ultime dichiarazioni di Donald Trump se ne parla sempre di più. Ne ha discusso ieri anche il Segretario della Nato, Jens Stoltenberg, il quale ha sottolineato che per il momento non c’è “alcuna minaccia militare imminente da parte della Russia nei confronti degli stati membri dell’Alleanza”, constatando, tuttavia, che ci sono “minacce costanti di attacchi ibridi”. Eppure, il mondo ha visto di cosa è capace Vladimir Putin, motivo per cui è fondamentale che Donald Trump, in corsa per un ottenere un secondo mandato alla Casa Bianca, non metta a rischio “la credibilitá della deterrenza Nato”. Un avvertimento, quello di Stoltenberg, che segue le recenti parole del tycoon newyorchese il quale ha dichiarato che chi tra gli Alleati non raggiungerà il target del 2% di spesa per la Difesa in rapporto al Pil, non verrà protetto da Washington in caso di attacco russo. Ieri Stoltenberg ha annunciato che si aspetta che il target del 2% verrà raggiunto da 18 alleati nel 2024.
L’affermazione dell’ex presidente statunitense risulta essere fuori dalle righe pure per un personaggio come Trump in quanto mette in dubbio la solidità dell’Alleanza essendo gli Stati Uniti il tronco (ma anche i rami più grossi) della Nato. L’articolo cinque del Trattato del Nord Atlantico, infatti, prevede che “un attacco armato contro uno o più” membri dell’Alleanza “in Europa o Nord America sarà considerato un attacco contro tutti loro”, vincolando così gli aderenti alla difesa collettiva. Ieri a Bruxelles Stoltenberg ha chiarito che “La Nato continuerà a garantire che non vi sia spazio per errori di valutazione a Mosca riguardo alla nostra disponibilità e determinazione nel proteggere tutti gli alleati”.
Mettere in dubbio l’articolo cinque della NATO espone tutti i membri dell’Alleanza ma soprattutto i Paesi Baltici, non solo per la vicinanza geografica di questi alla Russia ma perché Vladimir Putin ha più volte fatto intuire che la dottrina militare russa, secondo la quale l’intervento armato di Mosca è legittimo per proteggere comunità russofone ovunque esse si trovino, potrebbe essere applicata a Lettonia, Lituania ed Estonia, dove vivono centinaia di migliaia di russi. In questi giorni è emerso che da ottobre la premier estone è finita nella “lista dei ricercati” del Cremlino per “azioni ostili contro la Russia”, cioè l’abbattimento di una statua sovietica a Narva, una città estone al confine con la Russia. Per questo motivo Stoltenberg ha sottolineato che non ci minacce militari imminenti, ribadendo al contempo che “una Nato forte è anche positiva per gli Stati Uniti perchè attraverso la Nato gli Usa hanno qualcosa che le altre potenze non hanno: 30 amici e alleati. È quindi nell’interesse degli Usa che la Nato resti forte”.