“Arrendersi alla misericordia di questo nemico non riguarda la pace”: la dura reazione del Consiglio panucraino delle Chiese e delle Organizzazioni religiose alle parole di Papa Francesco
Dopo due anni di guerra, le ultime parole del Papa su ciò che dovrebbe fare l’Ucraina hanno sollevato un polverone internazionale, innescando reazioni contrariate in tutto l’Occidente. Per favorire il giudizio di ogni lettore, riportiamo il passaggio dell’intervista che Papa Francesco ha rilasciato alla Radiotelevisione svizzera, così come lo ha riportato l’Ansa: “È più forte chi vede la situazione, chi pensa al popolo, chi ha il coraggio della bandiera bianca, di negoziare. Oggi si può negoziare con l’aiuto delle potenze internazionali. La parola negoziare è coraggiosa. Quando vedi che sei sconfitto, che le cose non vanno, occorre avere il coraggio di negoziare. Hai vergogna, ma con quante morti finirà? Negoziare in tempo, cercare qualche Paese che faccia da mediatore. Nella guerra in Ucraina, ce ne sono tanti. La Turchia, si è offerta. E altri. Non abbiate vergogna dinegoziare prima che la cosa sia peggiore”. il Direttore della Sala Stampa vaticana, Matteo Bruni, è corso ai ripari spiegando che “il Papa usa il termine bandiera bianca, e risponde riprendendo l’immagine proposta dall’intervistatore, per indicare con essa la cessazione delle ostilità, la tregua raggiunta con il coraggio del negoziato”. Insomma, secondo il Vaticano, il Papa non chiede la resa dell’Ucraina, ma solo una tregua per avviare un negoziato.
Parole difficili da digerire per un Paese come l’Ucraina che è in trincea da due anni. Volodymyr Zelensky ha risposto piccato, ringraziando i cappellani dell’esercito ucraino che sostengono la resistenza degli ucraina con la preghiera e le loro azioni: “La Chiesa è questo – ha aggiunto il presidente ucraino – stare accanto alle persone. Non a 2500 chilometri di distanza da qualche parte lì per svolgere una mediazione virtuale tra chi vuole vivere e chi vuole distruggerti”.
L’uscita del Santo Padre è stata sicuramente poco accorta da un punto di vista diplomatico ma, in qualità di Pastore della cristianità cattolica, questa intervista ha finito per generare apprensione anche tra i fedeli ucraini. Il Consiglio panucraino delle Chiese e delle Organizzazioni religiose ha dichiarato “categoricamente che nessuno, né ora né mai, costringerà il nostro popolo alla capitolazione”. “L’Ucraina si sta dissanguando, ma resiste per la Verità, per il diritto di essere se stessa”, si legge in un comunicato dove viene specificato che ogni giorno “preghiamo per la pace”, tuttavia, “arrendersi alla misericordia di questo nemico, non riguarda la pace” ma “la vittoria della schiavitù sulla libertà”. La dichiarazione si chiude senza possibilità di fraintendimenti, con la citazione di un Salmo: “Perché il Signore ama il diritto e non abbandona i suoi fedeli. I giusti avranno in eredità la terra e vi abiteranno per sempre” (Sal 37,28).