Vladimir Putin, le scontate elezioni e la Russia tecnicamente pronta a una guerra nucleare
La Russia è pronta per una guerra nucleare “da un punto di vista tecnico”, ha dichiarato Vladimir Putin, aggiungendo che, tuttavia, la situazione “non sta precipitando”. Il presidente russo è tornato a parlare dell’eventualità di un ricorso alle armi nucleari in un’intervista al canale Rossiya-1 e all’agenzia di stampa Ria Novosti, ripresa da Reuters. Putin ha adottato la consueta strategia della potenziale minaccia nucleare accompagnata però alla retorica della vittima finalizzata ad allontanare l’immagine di una Russia – aggressore: “Le armi esistono per essere utilizzate. Abbiamo i nostri principi. Quello che dicono è che siamo pronti a usare le armi, tutte le armi, compresa quella che è stata menzionata, se parliamo dell’esistenza dello Stato russo, di danni alla nostra sovranità e indipendenza”, ha spiegato l’autocrate russo.
Per Putin, tuttavia, il fatto che l’altra grande potenza nucleare mondiale, gli Stati Uniti, sia guidata da un presidente come Joe Biden, “rappresentante della scuola politica tradizionale”, allontana la prospettiva di una guerra nucleare. “Oltre a Biden e altri” ha spiegato il presidente russo, “ci sono abbastanza specialisti nel campo delle relazioni russo-americane e nel campo della restrizione strategica” in grado di evitare che la situazione degeneri verso un conflitto nucleare.
Tra pochi giorni comincerà il sesto mandato di Valdimir Putin in qualità di presidente della Federazione Russa. L’autocrate si appresta a vincere le elezioni del 15-17 marzo dove, morto Navalny, il presidente punta a raggiungere percentuali bulgare che trasformerebbero la sua rielezione in un metaforico incoronamento. Sul campo di battaglia, l’inquilino del Cremlino ultimamente si è parzialmente sbilanciato nei giudizi, dichiarando che l’esercito russo ha preso pienamente l’iniziativa sulla linea di contatto in Ucraina, ma ribadendo che è necessario aumentare “il numero e la potenza delle armi” oltre all’efficacia “delle forze e dei mezzi utilizzati”.
Per quanto riguarda Kiev, il pacchetto statunitense da 60 miliardi di aiuti rimane bloccato alla Congresso ma questa settimana l’amministrazione Biden ha annunciato che gli Usa manderanno un nuovo pacchetto di aiuti militari dal valore di 300 milioni di dollari. Secondo quanto spiegato dal Consigliere per la sicurezza nazionale, Jake Sullivan, queste nuove risorse provengono da risparmi imprevisti sui costi derivanti dai contratti del Pentagono e saranno usate per proiettili di artiglieria e munizioni per gli Himars. Sullivan ha ammesso, tuttavia, che queste munizioni basteranno per un breve periodo.