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    Spread Btp-Bund ai minimi rispetto dal 2021

    Spread Btp-Bund ai minimi rispetto dal 2021
    Lo spread cala ancora, facendo registrare 127 punti base (dopo aver toccato quota 116), il dato più confortante da novembre 2021. Una notizia che, tradotta, vuole far risaltare il buon andamento dei mercati, caratterizzati da minore spesa per interessi da impegnare per il servizio del debito.
    Una complessiva maggiore fiducia, con il rendimento del decennale italiano che si attesta al 3,67%.
    Parole di fiducia per il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che si è detto soddisfatto di questa “importante inversione di tendenza” rispetto a ottobre, “riflettendo la crescente fiducia del mercato nella gestione dell’economia da parte della premier Giorgia Meloni, in un momento in cui la crescita in Germania è in fase di stallo”.
    Stando al quadro pubblicato dal Nadef dello scorso settembre, la spesa per interessi è indicata a quota 88,9 miliardi nell’anno in corso, a 94,4 miliardi nel 2025 mentre nel 2026 si supererà la soglia dei 100 miliardi (103,5). In percentuale rispetto al Pil, il quadro programmatico vede gli interessi passivi al 4,2% nel 2024, al 4,3% nel 2025 e al 4,6% nel 2026. Ciò a fronte di un debito pubblico che dal 137,3% certificato dall’Istat per il 2023 è indicato al 140,1% nel 2024, al 139,9% nel 2025 e al 139,6% nel 2026.
    Il rapporto Spread Btp-Bund, al netto di questi dati, rappresenta una componente decisiva per un paese ad alto indebitamento come l’Italia. Tradizionalmente i mercati guardano infatti alla stabilità politica e alla sostenibilità del debito che è garantita oltre che dal costo del servizio del debito, dalla crescita del Pil e dall’avanzo primario, altro fondamentale indicatore di finanza pubblica che misura la differenza tra entrate e uscite al netto della spesa per interessi. Nell’anno in corso il saldo primario dovrebbe attestarsi a -0,2 per tornare in attivo per lo 0,7% nel 2025 e all’1,6% nel 2026. Il calo dello spread contribuisce quindi a rendere più sostenibile la gestione del debito pubblico, che necessita però di almeno un’altra gamba: quella della crescita, fondamentale per stabilizzare il rapporto debito/pil su una traiettoria di graduale ma costante discesa.
    Andrea Valsecchi

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