Gli europei non possono più escludere la possibilità di dover combattere una guerra. L’allarme arriva dall’Alto rappresentante Ue per la Politica estera, Josep Borrell, secondo il quale “la possibilità di una guerra ad alta intensità in Europa non è più una fantasia”. Borrell è intervenuto al Forum Nueva Economia di Madrid dove ha spiegato che l’Europa ha “immaginato di essere in un mondo con una corona di amici dopo la caduta del muro di Berlino, ora questa viene sostituita da una corona di fuochi tra noi, di instabilità dal Sahel, al Medio Oriente, al Caucaso, al Baltico, per non guardare più in profondità in Africa”. Per il capo della diplomazia dell’Ue, stiamo vivendo “un momento molto importante nella costruzione europea perché la guerra si profila all’orizzonte e non è una cosa da poco, non è una cosa da poco”.
Cosa fare dunque? Per Borrell, gli europei sono “assolutamente obbligati a far tutto il possibile” per evitare la guerra. Ma se scoppiasse la guerra, quali numeri sarebbero in grado di mettere in campo i Paesi Ue? Il Foglio ha svelato quanti soldati sarebbe in grado di mobilitare l’Ue in caso di un attacco russo e i dati non sono confortanti. Il quotidiano diretto da Claudio Cerasa ha pubblicato un documento riservato dal quale emerge che sul fronte dei militari in servizio attivo, la quota totale è pari a 1.368.510 unità. La Francia guida il gruppo con 208.750 unità, seguita da Germania (183.500) e Italia (165.000).
A questi numeri vanno aggiunte 1.277.980 unità di riserva complessive. Anche in questo caso la Francia è in grado di attivare il numero maggiore di unità, ben 254.000, seguita da Grecia (221.350) e Portogallo (211.700). L’Italia potrebbe contribuire attivando solo 18.300 unità. Tra servizio attivo e riservisti, l’Europa sarebbe in grado di schierare 2.646.440 uomini, una cifra parecchio inferiore rispetto agli oltre 3 milioni a disposizione della Russia, di cui 1.154.000 in servizio e 2 milioni di riservisti.