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    Boom dell’export italiano di vino: nel 2026 si potrà toccare quota 8,5 miliardi di euro

    L’industria vinicola italiana continua a mostrare segni di robusta crescita e vitalità economica, con proiezioni che indicano un aumento medio annuo del 2,9% fino al 2026, quando le esportazioni dovrebbero raggiungere l’importante cifra di 8,5 miliardi di euro. Questi dati provengono dal dettagliato report “Il vino, biglietto da visita del Made in Italy” elaborato dall’Ufficio Studi SACE, che ha analizzato le tendenze attuali e future del settore.
    Nel 2023, il settore vinicolo italiano ha già mostrato una performance impressionante, registrando esportazioni per un valore di 7,8 miliardi di euro, con un incremento del 20,8% rispetto al 2019. Questa cifra rappresenta una quota significativa, oltre il 20%, del totale delle vendite internazionali del paese nel settore alimentare e delle bevande. La predominanza del vino nella bilancia commerciale italiana è ulteriormente evidenziata dal fatto che sette bottiglie su dieci esportate sono di vino, con uno spiccato interesse per gli spumanti.

    A guidare la domanda internazionale sono i vini fermi rossi e rosé, che costituiscono il 40% dell’export vinicolo totale, mentre gli spumanti hanno registrato una crescita significativa, arrivando a coprire il 28,5% dell’export, con un incremento di quasi 10 punti percentuali rispetto al 2019. Gli Stati Uniti si confermano come il principale mercato di destinazione per i vini italiani, seguiti da Germania e Regno Unito. Tuttavia, l’interesse si sta allargando a nuove geografie, come evidenziato dalle crescenti esportazioni verso Paesi come Polonia, Repubblica Ceca, Croazia e Serbia. Questa diversificazione geografica riflette la capacità del settore vinicolo italiano di adattarsi e penetrare nuovi mercati, consolidando la sua posizione globale. Inoltre, l’Italia mantiene la sua posizione come seconda esportatrice mondiale di vino, detenendo il 20,9% del valore dell’export mondiale, posizionandosi tra la Francia, leader del settore con il 32,8%, e la Spagna, che detiene l’8,1%. Questa forte presenza nei mercati internazionali sottolinea l’importanza strategica del settore vinicolo per l’economia italiana.

    L’introduzione dell’intelligenza artificiale nel settore vinicolo rappresenta un’innovazione significativa, offrendo vantaggi in termini di qualità, efficienza e sostenibilità. Grazie all’IA, le aziende possono monitorare meglio le condizioni delle vigne, ottimizzare i processi di fermentazione e ridurre i costi, oltre a migliorare la prevenzione delle frodi e l’analisi delle preferenze dei consumatori.

     

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