L’industria italiana del vetro si sta impegnando attivamente nella decarbonizzazione, adottando strategie innovative per ridurre l’impronta di carbonio e aumentare la sostenibilità ambientale. Questo settore, cruciale per l’economia nazionale e leader in Europa nella produzione di contenitori, ha visto nel 2022 un significativo risparmio di 1.042.295 tonnellate di emissioni di CO2, principalmente grazie all’incremento nell’utilizzo di rottame di vetro e all’alleggerimento dei contenitori come bottiglie e vasetti.
L’adozione di energie rinnovabili ha giocato un ruolo fondamentale, con una copertura del 11% del totale dei consumi energetici, segnando un aumento di 1% rispetto all’anno precedente. Questo risultato è stato supportato da una continua riduzione nel peso dei contenitori, con le bottiglie di vino che hanno ridotto il loro peso del 12% nell’ultimo decennio, contribuendo così a un minor consumo di materie prime e una riduzione delle emissioni di CO2. L’uso del rottame di vetro, che ha raggiunto una media del 85-87% nella produzione di bottiglie scure, mostra il potenziale di un ulteriore miglioramento, potendo teoricamente raggiungere il 100% e ridurre ancora di più le emissioni.
Marco Ravasi, presidente di Assovetro, ha evidenziato l’importanza di un quadro normativo e regolatorio stabile e chiaro, accompagnato da sistemi di incentivi adeguati per garantire la sostenibilità degli investimenti aziendali nel lungo periodo. Ha inoltre evidenziato come altri paesi, come la Germania con i suoi “contratti di protezione del clima” e gli USA con sovvenzioni per 6 miliardi di dollari, stiano facilitando la transizione energetica delle loro industrie energivore attraverso significativi piani di supporto economico.
Nonostante queste iniziative positive, l’industria vetraria italiana affronta sfide continue, aggravate dal contesto economico attuale. Il rapporto di sostenibilità del 2023 ha registrato non solo una riduzione delle emissioni di CO2, ma anche una significativa diminuzione delle emissioni di NOX del 41%, SOX del 49% e delle particelle di polvere del 53% tra il 2016 e il 2022. I consumi idrici hanno visto un calo del 39% rispetto al 2016, dimostrando un impegno verso un utilizzo più efficiente delle risorse.
Tuttavia, la crisi geopolitica e l’aumento dell’inflazione hanno colpito duramente il settore nel 2023, causando un calo del 5,3% nella produzione di vetro cavo, con un impatto diretto sulla produzione di bottiglie e vasi. Questa riduzione ha influenzato negativamente anche il commercio internazionale, con una diminuzione dell’11,6% nelle importazioni e del 18,3% nelle esportazioni di bottiglie. Al contrario, per i vasi, mentre le esportazioni hanno subito un calo del 30%, le importazioni hanno mostrato un aumento del 5,5%.
In questo contesto, le aziende italiane del vetro continuano a navigare attraverso un paesaggio economico e ambientale complesso, cercando di mantenere la loro competitività pur rispettando impegni ambientali sempre più stringenti. Questo sforzo richiede non solo innovazioni tecnologiche e adattamenti interni, ma anche un sostegno politico ed economico coerente per garantire la sostenibilità del settore nel lungo termine.