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    Iran-Israele: nel valzer delle minacce reciproche, Teheran prende di mira anche gli Stati Uniti. Diplomazie al lavoro per una de-escalation

    Dopo i fatti del weekend, il mondo si chiede: ci sarà un’escalation in Medio Oriente? L’Iran ha risposto all’attacco israeliano contro il consolato di Damasco di due settimane fa lanciando centinaia di droni e missili contro lo Stato Ebraico. Un’azione che tuttavia non ha prodotti danni rilevanti. Un atto dimostrativo, dicono alcuni, anche se Teheran non sembra aver dimostrato grandi capacità belliche. Circa la metà dei missili balistici lanciati dall’Iran contro Israele “non sono stati lanciati correttamente o si sono schiantati prima di raggiungere la loro destinazione”, hanno spiegato tre funzionari statunitensi al Wall Street Journal. Ora però si attende la controrisposta di Tel Aviv.

    L’Iran “non ha avuto altra scelta che esercitare il proprio diritto all’autodifesa”: questa è stata la giustificazione riferita dall’ambasciatore iraniano all’Onu, Saed Iravani. “Questo attacco ha oltrepassato ogni linea rossa e Israele si riserva il diritto legale di reagire” ha risposto il rappresentante permanente israeliano presso le Nazioni Unite Gilad Erdan, secondo il quale “il regime islamico non è diverso dal Terzo Reich e l’Ayatollah non è diverso da Hitler”. Intervistato da Skytg24, l’ambasciatore israeliano in Italia, Alon Bar, ha spiegato che “non è una buona idea dire al nemico cosa faremo”, ma “finché non troveremo un modo di fermare l’Iran, il rischio di escalation continuerà ad esistere”. Il ministro degli esteri di Teheran, Hossein Amirabdollahian, ha detto in colloquio con l’omologo russo Sergej Lavrov, che “se Israele intraprenderà una nuova azione contro l’Iran, dovrà sicuramente affrontare una risposta molto forte”.

    Il Medio Oriente è dunque condannato a una spirale di violenza sempre più brutale? Le cancellerie mondiali sono preoccupate. Il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, ha invitato Israele a “partecipare a sua volta alla de-escalation”, mentre il presidente francese Emmanuel Macron, pur riconoscendo che Teheran ha risposto in maniera sproporzionata, ha assicurato che i francesi faranno “tutto ciò che è in nostro potere per evitare un’escalation e convincere Israele a non rispondere all’attacco dell’Iran”. Il presidente degli Stati Uniti ha assicurato il pieno supporto a Israele ma ha invitato Netanyahu a non avviare un’offensiva contro l’Iran. L’ambasciatore iraniano alle Nazioni Unite, Amir Saeid Iravani, ha spiegato che “l’Iran non ha intenzione di impegnarsi in un conflitto con gli Stati Uniti nella regione”, aggiungendo però che “se gli Stati Uniti avviassero operazioni militari contro l’Iran, i suoi cittadini o i suoi interessi di sicurezza, l’Iran utilizzerà il suo diritto intrinseco a rispondere in modo proporzionato”.

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