L’idea che gli eventi culturali siano meramente di arricchimento spirituale e meno vantaggiosi dal punto di vista economico è stata ampiamente confutata da recenti studi di impatto economico. Uno degli esempi più significativi in questo senso è il Salone del Libro di Torino, per il quale è stata commissionata una ricerca approfondita da Asvapp e dal Collegio Carlo Alberto, con il contributo di professori dell’Università di Torino e del Centro Studi Einaudi. Questo studio ha analizzato tanto i costi sostenuti dagli organizzatori per l’allestimento dell’evento quanto le spese effettuate da visitatori ed espositori, includendo vari aspetti come acquisti di libri, alloggi, ristorazione, e altro.
I risultati dello studio, illustrati da Silvio Viale, presidente dell’associazione Torino Città del Libro, indicano che i costi diretti dell’organizzazione nel 2023 sono stati di 9,4 milioni di euro, a cui si aggiungono 21,1 milioni di euro spesi da visitatori ed espositori. L’impatto economico diretto dell’evento si attesta quindi intorno ai 30 milioni di euro. Ma l’effetto complessivo sull’economia locale è stato molto più ampio, raggiungendo i 92 milioni di euro, triplicando così la spesa iniziale, e mostrando un netto incremento rispetto all’edizione del 2017. L’evento ha inoltre contribuito alla creazione di 644 posti di lavoro e generato circa 16 milioni di euro di gettito fiscale.
Piero Crocenzi, direttore generale del Salone, ha evidenziato come tali risultati posizionino l’evento su una scala comparabile a quella di grandi manifestazioni internazionali, come i Gran Premi di Formula 1 o i festival musicali di grande richiamo. Questi numeri testimoniano l’ambizione di crescere ancora, nonostante le limitazioni infrastrutturali della città. L’espansione fisica del Salone è evidente anche nell’aumento degli spazi espositivi disponibili, che sono cresciuti significativamente dal 2017, prevedendo per la prossima edizione un’ulteriore espansione a 137.000 metri quadri. Stefano Lo Russo, sindaco di Torino, ha aperto alla possibilità di nuove riflessioni sugli spazi per future edizioni, anticipando possibili evoluzioni per ospitare la crescita dell’evento. Una conferma non solo del successo economico del Salone, ma anche del suo ruolo sempre più centrale nel panorama culturale e sociale della città.