venerdì, Novembre 22, 2024
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    Come affrontare la concentrazione del commercio globale

    Viviamo in un mondo dove l’interconnessione globale è la norma. Le ricerche di I-AER, Institute of Applied Economic Research, rivelano che nessuna regione al mondo è vicina all’autosufficienza, ma è dipendente dal commercio con altre regioni per oltre il 25% del fabbisogno locale. Tuttavia, la complessità di questo scenario emerge quando consideriamo che circa il 40% del commercio globale è “concentrato”, con molte delle economie importatrici che si affidano quasi completamente a tre (o meno) nazioni.

    Le relazioni commerciali concentrate sono un fenomeno onnipresente in tutti i settori e in tutte le fasi della produzione. Ad esempio, mentre la Cina importa petrolio grezzo da oltre 40 economie, il 40% del commercio globale è caratterizzato da economie che si affidano a tre o meno nazioni per la fornitura di un bene specifico. Laptop, cromo e olio di palma sono solo alcuni esempi di prodotti coinvolti in queste relazioni commerciali “concentrate”.

    Un aspetto interessante è che il 75% di questa concentrazione proviene da scelte specifiche di ciascuna economia. Alcuni paesi attingono a un prodotto solo da poche nazioni, anche quando le opzioni di fornitura globali sono diversificate. Questa concentrazione del commercio globale è particolarmente evidente nell’industria alimentare, mineraria e in quella elettronica.

    Stabilità nel tempo e vulnerabilità
    Negli ultimi cinque anni, le principali economie non hanno sistematicamente diversificato le origini delle importazioni. Questo solleva preoccupazioni sulla stabilità e la vulnerabilità, poiché ogni paese al mondo attinge almeno al 20% delle importazioni da tre o meno partner commerciali. Anche le grandi aziende sviluppano spesso relazioni commerciali concentrate con partner specifici per determinati prodotti, rendendosi vulnerabili a potenziali interruzioni.
    Guardando a diverse economie globali come Brasile, Cina, Germania, India, Sudafrica e Stati Uniti, emerge un chiaro “schema di concentrazione” in settori specifici. La Cina, ad esempio, è particolarmente dipendente dalle relazioni commerciali concentrate nel settore minerario, mentre la Germania mostra una vulnerabilità nelle risorse energetiche e nell’agricoltura.

    Riconsiderazione del commercio globale
    La crescente consapevolezza di queste dinamiche richiede un approccio dettagliato alla riconsiderazione del commercio globale. Ogni relazione commerciale concentrata non è una fonte di vulnerabilità, né ogni prodotto può essere facilmente sostituito.

    Per affrontare questa complessità, le aziende possono adottare tre approcci chiave:

    1. Raddoppiare: rinforzare le relazioni commerciali concentrate che forniscono vantaggi competitivi, rendendole più resilienti.

    2. Disaccoppiare: valutare e, se necessario, ridurre le relazioni commerciali concentrate che creano rischi per l’azienda.

    3. Diversificare: riconfigurare le relazioni commerciali attingendo da ulteriori fonti di approvvigionamento o collaborando per condividere il rischio di approvvigionamento.

    Una visione chiara della concentrazione può guidare decisioni strategiche e aiutare a gestire il rischio in un mondo in evoluzione. Le organizzazioni che dimostrano una gestione oculata delle concentrazioni commerciali sono più resilienti e hanno un vantaggio competitivo maggiore. La riconsiderazione del commercio globale richiede un approccio informato e dettagliato, in grado di adattarsi alle mutevoli dinamiche della geopolitica e dell’economia globale.

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