Quella di ieri, 20 maggio, è stata la Giornata mondiale delle api, una ricorrenza stabilita dall’Assemblea delle Nazioni Unite nel 2017 per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza degli impollinatori, sulle minacce che affrontano e sul loro contributo allo sviluppo sostenibile. Dietro quest’importante iniziativa, però, ci sono anche importanti sviluppi e scenari economici che non possono essere sottovalutati nella battaglia a favore degli impollinatori sostenuta anche dall’Unione Europea.
In tutta l’UE, infatti, ci sono almeno 600.000 apicoltori, che gestiscono 17 milioni di alveari e che producono circa 250.000 tonnellate di miele all’anno. Solo nel nostro Paese, il business vale circa 3 miliardi, a fronte di circa 65.000 apicoltori censiti. A livello mondiale, si stima che la produzione agricola associata all’impollinazione possa rappresentare un valore economico tra i 235 e i 577 miliardi di dollari.
Oggi, più che mai, è inoltre fondamentale un sostegno da parte delle istituzioni – fanno sapere dalle associazioni di categoria – considerando uno spopolamento ed una moria di api in costante crescita dal 2003, che ha portato l’ONU a classificare questi indispensabili insetti come specie a rischio estinzione. Fra le cause principali ci sono la distruzione, il degrado e la frammentazione degli habitat, la semplificazione del paesaggio e l’eliminazione di fasce inerbite e siepi, filati, boschetti. E ancora: l’agricoltura intensiva, la morte per fame delle api per via della ridotta disponibilità o qualità delle risorse alimentari, gli attacchi di agenti patogeni(virus, batteri e funghi) e parassiti. I cambiamenti climatici, il cambiamento culturale e commerciale delle pratiche di apicoltura, l’esposizione ai pesticidi usati in agricoltura per la difesa delle colture agrarie, i prodotti chimici utilizzati negli alveari per combattere i parassiti e i patogeni delle colonie.
Già lo scorso anno la Commissione Ambiente del Parlamento europeo aveva adottato una risoluzione sulla revisione dell’iniziativa UE per gli impollinatori, approvata con 65 voti a favore, 1 contrario e 3 astensioni, con la quale si chiedevano maggiori azioni e finanziamenti per scongiurare il declino di un terzo delle specie di api e farfalle sul continente. Un imperativo che la Commissione si è prefissata di raggiungere entro la fine del decennio per non mettere a repentaglio l’80% delle specie coltivate o fioriture spontanee che dipendono dall’impollinazione, con tutte le gravose conseguenze (soprattutto) ambientali che ne deriverebbero.
Andrea Valsecchi