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domenica, Settembre 8, 2024
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    Home Prima pagina Ucraina, Meloni: se Putin vuole la pace si può ritirare

    Ucraina, Meloni: se Putin vuole la pace si può ritirare

    “Si comincia a ragionare di tavoli negoziali non grazie a chi diceva che l’Ucraina andava mollata ma grazie a quelli che hanno sostenuto l’Ucraina”. In un’intervista a “Giù la maschera”, su Radio1 Rai, la premier Giorgia Meloni ha dichiarato che “se oggi c’è una possibilità negoziale” è perché l’Occidente ha reso difficile quello che “doveva essere un blitzkrieg” di Mosca nei confronti di Kiev. La capitale ucraina non è capitolata in tre giorni, come si aspettava il Cremlino, anzi, la resistenza dura da ormai oltre 27 mesi.

    Per quanto riguarda la pace, la presidente del Consiglio ha sottolineando che “stiamo iniziando a lavorare con gli ucraini per capire i passi da fare”, mentre sul fronte russo “vedremo le carte” di Putin che “se vuole la pace si può ritirare”. La premier è attenta a non cadere nel tranello di scambiare una eventuale proposta di pace del Cremlino con il congelamento del conflitto e dunque la sottomissione di importanti parti dell’Ucraina alla Russia, tra cui il Lugansk, il Donetsk e città come Melitopol e Mariupol, tutt’ora sotto occupazione delle truppe di Mosca. Le diplomazie di tutto il mondo sono al lavoro per l’organizzazione di una conferenza di pace che dovrebbe tenersi in Svizzera a giugno.

    Nel frattempo, i combattimenti continuano e ogni ulteriore passo nel supporto a Kiev provoca agitati dibattiti all’interno dei Paesi dell’Alleanza Atlantica. La proposta del Segretario della Nato, Jens Stoltenberg, di valutare il ritiro del divieto che impedisce alle truppe di Kiev di usare le armi occidentali per colpire obiettivi militari in territorio russo, ha provocato forti reazioni tra le cancellerie europee. In Italia, in particolare, la maggioranza di governo si è opposta a questa eventualità, trovando sponda anche nell’opposizione. Giorgia Meloni ha invitato a usare ” maggior prudenza”, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha dichiarato alla Stampa che “non esiste un segretario Nato o una nazione che decide la linea per tutte le altre”. Dello stesso avviso il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che a Tg Norba ha ribadito che “le decisioni della Nato debbono essere prese in maniera collegiale”, aggiungendo che “tutto il materiale militare” che l’Italia invia a Kiev “deve essere utilizzato per proteggere l’Ucraina all’interno del territorio ucraino e controlliamo questo uso”.

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