Mentre in Italia si discute con indignazione della proposta del Segretario della Nato di valutare la rimozione del divieto imposto a Kiev sull’uso di armi occidentali per colpire bersagli in territorio russo, la Polonia non esclude l’invio di soldati in Ucraina. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri polacco, Radoslaw Sikorski, in un’intervista a Repubblica e al consorzio Lena. Secondo Sikorski, evitare di tracciare linee rosse su questo tema permetti di “lasciare Putin col fiato sospeso sulle nostre intenzioni”. Per il capo della diplomazia polacca, “Putin è in guerra con noi dal 2011, dobbiamo capire che la sfida è questa”, e invita le società europee a “vaccinarsi” contro la “manipolazione russa”.
Nel complesso, l’argomento dell’invio di truppe occidentali rimane un tabù dento la Nato. Lo stesso segretario generale, Jens Stoltenberg, ha ribadito ieri che l’obiettivo dell’Alleanza Atlantica è sostenere l’Ucraina perché giugna alla vittoria e allo stesso tempo evitare un’escalation che porti a una guerra diretta contro la Russia. “Lo facciamo evitando di inviare soldati della Nato in Ucraina”, ha spiegato Stoltenberg, arrivando ieri alla riunione dei ministri della Difesa dell’Ue, a Bruxelles, aggiungendo che “non abbiamo alcuna intenzione di farlo e di essere coinvolti direttamente nel conflitto”.
Nel frattempo, ieri il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha firmato un “accordo bilaterlae di sicurezza e sostegno a lungo termine tra Ucraina e Belgio”. Un’intesa che “comprende almeno 977 milioni di euro in aiuti
militari belgi all’Ucraina quest’anno”, ha scritto su X Zelensky, precisando che “per la prima volta, questo accordo specifica il numero esatto di aerei da combattimento F-16”, cioè 30 unità, “che saranno consegnati all’Ucraina fino al 2028, con i primi che arriveranno già quest’anno”.