Durante la riunione dell’Opec+ tenutasi domenica 2 giugno, i paesi partecipanti hanno deciso di prolungare i tagli alla produzione del greggio fino a dicembre 2025, riporta Bloomberg.
L’Opec+, ossia l’organizzazione allargata, conta ben 24 paesi, compresi Russia, Messico e Kazakistan, che insieme controllano oltre la metà della produzione mondiale di greggio e il 90% circa delle riserve conosciute.
La strategia avviata a fine 2022 fa leva sulla scarsità dell’offerta e sul rilancio dei prezzi, in risposta al calo dei prezzi. I tagli serviranno a mantenere alti i prezzi del greggio, garantendo in questo modo delle entrate maggiori ai Paesi produttori in un periodo storico caratterizzato da elevata insicurezza economica e geopolitica.
I prezzi del petrolio più alti servirebbero sia ai sauditi per finanziare i piani del principe ereditario Mohammed bin Salman di diversificare l’economia del paese dalle esportazione di combustibili fossili; sia alla Russia per garantire all’economia la crescita e la stabilità necessari al finanziamento della guerra in Ucraina.
Infatti, attualmente l’Opec+ sta tagliando l’offerta di circa 5,8 milioni di barili al giorno.
Da un lato, nove paesi partecipanti hanno deciso di ridurre la produzione per un totale di 1,65 milioni di barili al giorno, secondo le quote pattuite e una produzione totale che ammonta a 39,72 milioni di barili al giorno. Dall’altro, otto paesi hanno concordato di estendere il taglio volontario di 2,2 milioni di barili al giorno fino a settembre 2024, fino ad eliminare questi tagli gradualmente su base mensile da settembre 2024 a settembre 2025. Questa strategia può però subire un’ulteriore variazione qualora le condizioni di mercato lo richiedano.
La produzione degli Emirati Arabi Uniti, invece, subirà un aumento di 300.000 barili al giorno.
Emma Delfrate