Chi sono
Mi chiamo Massimiliano Salini, Max per gli amici, e sono nato a Soresina nel 1973, da padre fornaio e titolare di una piccola ditta di dolciumi (“laureato in arte bianca”, dice lui) e madre casalinga factotum, lavoratrice instancabile in casa e nell’impresa di famiglia. Insieme a mia sorella maggiore e mio fratello minore, ho imparato fin da bambino a lavorare in azienda, dopo lo studio, e a capire il valore di entrambi per la crescita individuale e della società.
La naturale concretezza, la spontaneità dell’impegno, la cultura e i valori che mi sono stati trasmessi dalla mia famiglia hanno impregnato tutto il corso della mia vita privata e pubblica e hanno alimentato una passione politica che si è via via consolidata, sostenuta dall’evidenza di poter contribuire concretamente al miglioramento della società.
Nella primavera 2009, vengo candidato alla presidenza della Provincia di Cremona, come indipendente appoggiato da una coalizione di centrodestra, risultando eletto al primo turno.
Un mandato durante il quale la Giunta provinciale ha gestito in modo serio e oculato le proprie risorse (riduzione del compenso di presidente e assessori; taglio di auto blu e parco macchine della Provincia; taglio di più dell’80% delle spese di rappresentanza e comunicazione) e ha realizzato opere fondamentali per il territorio.
Cosa ho fatto in Europa
La “promozione europea” arriva il 25 maggio 2014, quando risulto eletto nel collegio Nord Ovest con oltre 27mila voti, diventando europarlamentare del Partito Popolare Europeo.
Sono seguiti anni intensi, nei quali ho potuto promuovere i principi e i valori in cui credo e che ritengo fondamentali per lo sviluppo positivo e sostenibile della società in una prospettiva internazionale, che si sforza di conciliare le esigenze e le peculiarità dei territori con la definizione di normative condivise a livello sovranazionale.
Nel 2019 vengo rieletto al Parlamento Europeo con Forza Italia – PPE, con oltre 37 mila preferenze.
Nel corso degli ultimi 5 anni:
- Relatore PPE del Programma spaziale europeo: 15 miliardi di euro di investimenti destinati soprattutto ai sistemi satellitari di navigazione (Galileo) e osservazione (Copernicus): eccellenza europea a livello globale.
- Relatore PPE del Programma per una connettività sicura (Iris), per accelerare l’integrazione tra i servizi di connettività satellitare e di difesa dell’Unione europea.
- Relatore PPE della Direttiva sul trasporto combinato, per accrescere l’efficienza del trasporto intermodale a beneficio dell’economia europea.
- Relatore PPE del Regolamento imballaggi, per sostenere in Europa modelli virtuosi di economia circolare come quello italiano, esempio unico di competitività e sostenibilità nel sistema di raccolta e riciclo.
- Relatore PPE del Regolamento emissioni di metano, per una riduzione delle emissioni di metano reale ed efficace, a garanzia dei bisogni energetici europei.
- Relatore PPE del parere al Regolamento Euro 7, per sostenere la ricerca e l’innovazione europea del settore automotive.
- Relatore PPE del parere al Regolamento su emissioni veicoli leggeri, per garantire una competizione leale tra le migliori tecnologie disponibili (motore a combustione interna, elettrico, idrogeno, ecc.) e difendere l’industria europea da modelli né sostenibili, né rispettosi delle regole di mercato.
- Relatore PPE del parere al Regolamento su emissioni veicoli pesanti, per dare continuità alla battaglia in difesa della libertà tecnologica, anche attraverso la valorizzazione e definizione formale di “carburante neutro”, vero esempio di innovazione e sostenibilità nel settore dei trasporti.
Possiamo migliorare l’Europa votando Forza Italia / PPE
La guerra in Ucraina, la polveriera del Medio Oriente con la minaccia più che mai concreta rappresentata dall’Iran, impongono non solo una strategia comune da parte dell’Occidente bensì un atteggiamento strutturato e consapevole, unitario e reattivo, la cui consistenza giuridica e finanziaria sia sostenuta anche attraverso la revisione dei Trattati che regolano l’Alleanza Atlantica.
Per prepararsi alla guerra bisogna amare la pace che è l’obiettivo superiore, indiscusso e indiscutibile. La migliore deterrenza alla guerra è una forte politica estera europea con la diretta conseguenza di una difesa efficiente che superi la frammentazione degli stati. Una difesa comune implica necessariamente un adeguato supporto finanziario le cui risorse, a nostro parere, dovranno essere gestite a livello Europeo liberando le voci analoghe dai bilanci dei singoli Stati.
Solo così l’Europa, che è la mia casa con il Partito Popolare Europeo, riuscirà con forza ad alzare la voce e a “contare” sullo scenario internazionale, anche nei contesti più delicati.
Per i cittadini spesso l’Europa è considerata un’Istituzione distante, capace solo di dettare regole invadenti. In realtà io sono convinto che all’interno del Parlamento Europeo si possa davvero “contare”, agire per il bene comune, lavorare per costruire qualcosa di positivo. Al cuore del progetto europeo dei padri fondatori vi è la persona, con diritti e doveri, capace di generare comunità: le famiglie, le imprese, le città.
La peggior risposta a tutti i segnali di crisi sarebbe recidere il legame con la comunità alla quale, noi Italiani per primi, abbiamo dato vita.
Ho riscontrato, nel corso di questi anni, che il lavoro serio, incessante e meticoloso, sia fondamentale per garantire risposte e soluzioni ai bisogni delle persone, dei popoli, dei territori. Mi candido per continuare questo lavoro con uno spirito rinnovato e nuove sfide da affrontare.
La prossima Legislatura, in questo delicato contesto internazionale, sarà molto importante perché dovrà segnare e articolare un nuovo “protagonismo” dell’Istituzione Europa, dalla tutela dei diritti fondamentali, alla competitività, alla sostenibilità e ad una forte politica estera comune. Soprattutto a noi Italiani è chiesto di ribadire come l’Europa che abbiamo fortemente voluto e continuiamo a volere deve riconoscere prima di regolare, deve valorizzare prima di disciplinare.
Il compito della politica è quello seguire con attenzione quanto accade, per poi accompagnare e valorizzare tutto quello che può generare un beneficio per i cittadini. Noi consideriamo la famiglia il baricentro della società. La logica e diretta conseguenza di questo principio è l’attuazione di politiche strutturate a sostegno delle famiglie, del loro benessere e delle loro prospettive.
La politica e le istituzioni hanno il delicato compito di armonizzare le regole e il percorso verso gli obiettivi europei in tema di Green Deal, facendo in modo che la sostenibilità, in ogni sua forma, non sia un fardello per la sopravvivenza delle attività produttive. Il nostro obiettivo principale è quello di creare le condizioni per un futuro sostenibile ed equilibrato a livello ambientale, sociale, produttivo. Ma bisogna anche immaginare che l’Europa ha intrapreso il percorso della sostenibilità grazie al lavoro incessante dei nostri imprenditori, all’impegno dei cittadini.
E questo vale anche per il regolamento sugli imballaggi per il quale abbiamo raggiunto un accordo importante grazie al lavoro incessante del Partito Popolare Europeo. Il nostro è un Paese leader nel “riciclo” e noi siamo riusciti ad ottenere meccanismi di premialità per i Paesi che raggiungono risultati importanti nel riciclo. Non dobbiamo abbassare la guardia e mantenere un saggio e lungimirante equilibrio fra sostenibilità e competitività. La tutela di questo equilibrio continuerà ad essere al centro del mio lavoro.
Il modello di sviluppo europeo è il più sostenibile che possa esserci perché si basa sulla percezione della centralità della persona e sul rispetto per l’ambiente. Le istituzioni europee non possono e non devono imporre norme e direttive che rischiano di suscitare l’ilarità all’esterno dell’Europa e il pianto dei nostri imprenditori.
Gli obiettivi di sostenibilità non possono e non devono essere, nella loro attuazione, un cappio per le imprese in termini di eccessivi costi e procedure burocratiche, a scapito della competitività. Dobbiamo fidarci dei nostri imprenditori, non considerarli uno spiacevole inconveniente nella costruzione del nostro modello di Europa.