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    Evasione fiscale, 147 su 175 le categorie a rischio

    Il dipartimento Finanze del Sole 24 Ore ha pubblicato di recente una classifica delle attività più inclini all’evasione fiscale, costruita in base al numero di contribuenti che in ogni categoria non raggiunge la “sufficienza” corrispondente all’ “8” nella pagelle fiscale. La sufficienza, dove il voto massimo è il “10” costituisce la soglia minima di affidabilità della dichiarazione dei redditi, ossia con un imponibile considerato congruo al contesto economico e alle caratteristiche dell’attività.

    Il giudizio è dettato da un algoritmo che tiene conto di numerosi parametri tra cui l’area geografica e il settore di appartenenza e li applica a 2,73 milioni di lavoratori autonomi soggetti agli “Isa”, ossia gli indicatori sintetici di affidabilità fiscale. Gli Isa sono stati creati per agevolare il Fisco nell’identificazione dei contribuenti più a rischio evasione.

    Nel 2023, considerando l’84% delle categorie monitorate, più della metà dei contribuenti (1,53 milioni di autonomi) ha presentato dichiarazioni inaffidabili. Infatti, se gli Isa dividono gli autonomi in 175 categorie, sono ben 147 quelle con pagelle fiscali inferiori all’ “8”, con reddito medio da 22.165 euro. Chi ha voti migliori ha invece un reddito imponibile medio di 78.142 euro, che varia a seconda della categoria presa in esame.

    Stando ai dati, la pervasività del fenomeno rende ingestibile le verifiche da parte dell’Agenzia delle Entrate, dove la probabilità per una partita Iva di imbattersi in un controllo è sotto l’1%.

    Tra i settori più virtuosi e affidabili spiccano le farmacie, gli studi medici con un tasso di affidabilità pari al 75%, seguiti da dottori commercialisti, ragionieri, consulenti del lavoro, professionisti dell’informatica, geologi, veterinari e dentisti.

    Tra i meno affidabili invece con una percentuale di inaffidabilità pari al 78,5% si attestano i titolari di lavanderie a cui seguono i gestori di noleggi auto; di impianti sportivi; di ristoranti; di pelliccerie; di assistenza ad anziani e disabili; i sondaggisti; pescatori e acquacoltori; aziende di lavorazione di te e caffè; associazioni e organizzazioni; panetterie; officine; gestori di spazi culturali, ricreativi e sportivi; discoteche e attività finanziare e assicurative.

    Inoltre, tra le regioni maggiormente a rischio di evasione si trovano quelle del Sud con Molise, Basilicata e Calabria in testa dove solo il 40% delle dichiarazioni che raggiunge la sufficienza. Tra le province più virtuose invece si trovano Trento, Lecco e Belluno.

     

    Emma Delfrate

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