domenica, Novembre 24, 2024
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    Eu, nuovo Parlamento e questioni aperte per l’Italia

    Dopo le elezioni è arrivato il momento di formare la maggioranza che dovrà guidare l’Europa per i prossimi cinque anni. Quello che segue sarà anche un periodo di negoziazione per nominare i posti in Commissione, i presidenti del Consiglio europeo e del Parlamento Ue e l’Alto rappresentante Ue.
    Per l’Italia sono diversi in questo momento i temi caldi sul tavolo delle trattative.

    SPESA PUBBLICA
    Per quel che concerne spesa pubblica, la Commissione fornirà gli obiettivi di aggiustamento dei conti pubblici a medio termine sul quale ogni governo dovrà presentare entro settembre il piano di spesa primaria netta con cui verranno decisi investimenti e riforme.
    L’Italia, che è tra i paesi con livello di deficit più alto (7,4%), potrebbe essere destinataria di una procedura ad hoc che riguarderà tutti i paesi con deficit oltre il 3%. Quest’ultima sarà invece presentata a novembre, dopo che la Commissione avrà visionato il piano, tenendo conto anche della spesa per la difesa.

    PNRR
    Attualmente la richiesta di pagamento della quinta rata di 10,6 miliardi per 52 traguardi e obiettivi raggiunti è in valutazione in Commissione. Nel 2023 sono state approvate diverse misure che hanno riguardato il commercio, i trasporti e l’energia, mentre è stata rinviata l’apertura alla concorrenza di comparti come il commercio su aree pubbliche e le concessioni demanio marittimo. La Banca centrale conferma le aspettative di medio termine grazie anche all’attuazione delle riforme. Resta però da presentare il disegno di legge annuale che andrà approvato entro fine anno.

    MES
    L’Italia è l’unico paese degli stati dell’Eurozona a non aver ratificato il trattato che istituisce il nuovo Meccanismo europeo di stabilità. Per il 20 giugno è previsto un incontro con i ministri dell’Eurozona che preferirebbero non intraprendere una modernizzazione ulteriore dell’istituzione, come richiesto invece dall’Italia, senza prima aver chiuso i negoziati già in atto.

    UNIONE BANCARIA
    Le banche, che svolgono un ruolo centrale nel mercato e che oggi non possono operare in modo efficace in tutta l’area dell’euro, chiedono l’Unione dei mercati dei capitali, a cui andrebbe aggiunto un Testo unico sulla finanza europea.
    Nonostante se ne parli da 10 anni, i mercati appaiono meno sviluppati e sempre più frammentati: ad oggi ci sono 59 mercati azionari, con trenta proprietari, 27 depositari centrali e 10 controparti. Fabio Panetta, governatore della Banca d’Italia, evidenzia come per creare un mercato unico occorra risolvere il problema della «mancanza di un titolo pubblico europeo privo di rischio» e dell’«incompletezza dell’Unione bancaria».

    CONCESSIONI BALNEARI
    Il caos sulla questione è molto alto. L’Italia avrebbe dovuto assegnare attraverso gara la concessione delle spiagge già dal 2006 e dopo l’ennesimo rinvio, sanzionato da Bruxelles, il governo ha preso ancora del tempo, sperando che il nuovo Parlamento eletto abbia un approccio più conciliante.

    ITA AIRWAYS E LUFTHANSA
    Per la commissaria europea per la Concorrenza, Margrethe Vestager, è arrivato il momento di decidere l’unione tra le due compagnie. Il ministro Giorgetti spinge affinché l’unione venga finalizzata, mentre la Commissione risulta dubbiosa sull’operazione proposta il 30 novembre 2023 che prevedeva l’ingresso della compagnia tedesca inizialmente con 325 milioni di euro, per salire a un complessivo investimento di 829 milioni. La commissaria aveva proposto una serie di sacrifici alle due compagnie per paura che venisse meno la concorrenza a Milano Linate su voli tra l’Italia e Germania, Austria, Svizzera, Belgio, e tra Roma e il Nord America (Usa, Canada), mentre il ministro Giorgetti continua a ribadire a gran voce la necessità di chiudere dell’accordo.

    AUTO ELETTRICHE

    Il bando alla vendite di auto diesel e benzina in Ue, fissato al 2035, potrebbe subire una modifica. L’industria dell’auto, che non è contraria alla misura, vuole essere certa che vi siano anche alternative all’elettrico come l’idrogeno, biocarburante e carburante sintetico. Un cambio di passo potrebbe quindi consentire investimenti anche in questi campi, e non solo nell’elettrico, dove la Cina sembra essere in testa.

    EX ILVA
    Dalla scorsa settimana sono iniziate le visite di possibili acquirenti nel tentativo di privatizzare l’impianto.
    Ad oggi, senza il prestito-ponte di 320 milioni, l’azienda sarà ferma. Il ministro Adolfo Urso confida nella concessione del prestito per consentire all’azienda di sopravvivere. Dall’amministrazione straordinaria è emerso un piano di rilancio dell’azienda con investimenti per 330 milioni di cui 230 serviranno per ripristinare la produzione fino alla ripresa del secondo altoforno, entro ottobre, e del terzo a metà del 2025.

    Emma Delfrate

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