L’esito del voto europeo in Germania, con la grande avanzata del Rassemblement National e di AFD, non sta avendo ripercussioni sul supporto di Berlino a Kiev. Almeno per ora. Ieri il cancelliere Olaf Scholz ha messo in chiaro che “non ci sarà nessuna pace dettata da Vladimir Putin in Ucraina”, aggiungendo che l’autocrate russo “deve ritirare le proprie truppe” mentre la Germania continuerà “a sostenere l’Ucraina finché sarà necessario”. Con queste parole ieri Scholz ha aperto la Conferenza sulla ripresa dell’Ucraina, a Berlino, a cui ha partecipato anche Volodymyr Zelensky.
Uno dei temi al centro della conferenza è stata la difesa dei cieli ucraini e dagli attacchi che arrivano dai cieli. Secondo il presidente ucraino, “la difesa aerea è la risposta a tutto, è necessario togliere a Mosca i vantaggi che ha dall’alto”. Oltre ad accordi per la produzione di armi in Ucraina, l’obiettivo che Kiev si è prefissata alla conferenza di Berlino è anche stringere accordi “per la riparazione e la costruzione di un nuovo e più moderno sistema energetico”, ha sottolineato Zelensky, il quale ha spiegato che i russi hanno messo fuori uso metà della produzione di energia del Paese.
Alla Conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina ha partecipato anche il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, il quale ha concordato sul fatto che “la prima strategia per l’Ucraina” deve essere “proteggere infrastrutture ed edifici ucraini attraverso sistemi di difesa aerea”. Per contribuire a questo obiettivo, Tajani ha annunciato che “l’Italia è pronta a inviare un nuovo pacchetto di aiuti militari” che comprenderà una batteria Samp/T. Roma si impegnerà anche su altri fronti, oltre a quello militare. “Un pacchetto da 140 milioni di euro è pronto per sostenere l’Ucraina per quel che riguarda le infrastrutture, la salute e il settore minerario per esempio”, ha spiegato Tajani, assicurando che “il settore privato italiano vuole investire in Ucraina”.