Stando al rapporto dell’Ufficio Parlamentare del Bilancio pubblicato il 19 giugno, gli italiani percepiscono gli stipendi più bassi rispetto alla media dell’Eurozona e, in linea generale, sono anche diminuiti se confrontati con il carovita.
In Italia le retribuzioni dei dipendenti sono cresciute negli anni, ma non sono state in grado di reggere il confronto con una corsa all’inflazione che ne ha svalutato il potere d’acquisto, ossia il loro valore reale. Basti pensare che dal 2013 al 2023 il loro potere reale è diminuito del 4,5%, come segnalato dall’Istat nel rapporto annuale.
Nonostante i ripetuti interventi da parte dello Stato che hanno mitigato gli effetti dell’aumento dei prezzi soprattutto per le famiglie meno abbienti, l’inflazione ha continuato a correre e a gravare sui redditi.
Accanto a questo, il crescente debito pubblico italiano è costato all’Italia la notifica di una procedura di infrazione valutata nell’ambito di applicazione del nuovo Patto di Stabilità entrato da poco in vigore.
Negli ultimi anni, a seguito della sospensione delle regole di bilancio e della disciplina ordinaria sugli aiuti di stato, decisa dall’Ue per far fronte alla pandemia, è stato possibile aumentare il deficit per finanziare misure a sostegno di cittadini e imprese. Nel 2020, infatti, l’indebitamento complessivo è stato stimato a 108,2 miliardi, pari al 6,5% del PIL.
Negli anni successivi, sono stati definiti interventi volti a contrastare l’emergenza energetica a seguito del conflitto russo-ucraino.
Dopo un periodo di forte espansione della politica di bilancio, in cui il deficit ha raggiunto il 9,4% del PIL nel 2020, è seguito un periodo restrittivo che ha portato alla diminuzione del rapporto debito PIL di 18 punti percentuali nei tre anni successivi.
Sempre dal rapporto, si evince che nel biennio 2022-2023 sono stati distribuiti poco più di 100 miliardi di euro per favorire misure a sostegno del reddito, contro il caro bollette e il caro benzina, a cui si associa l’effetto gravoso del Superbonus, prorogato anche dopo la fine della crisi pandemica, che continuerà a pesare anche in futuro.
La politica di bilancio italiana ha saputo rispondere prontamente alle crisi che si sono succedute negli ultimi anni, ma «l’impatto di una politica di bilancio espansiva non abbastanza selettiva si è tradotto in un elevato debito in rapporto al PIL», si legge dal rapporto.
Occorre dunque «coniugare crescita, inclusione sociale e sostenibilità della finanza pubblica» con« politiche di bilancio e interventi di riforma lungimiranti e credibili, capaci di aggredire le debolezze che limitano il potenziale dell’economia e il pieno sviluppo dei diritti sociali» commenta la Presidente dell’UPB, Lilia Cavallari.
Emma Delfrate