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    Ucraina, a luglio arrivano i primi i fondi derivanti dagli asset russi congelati mentre Tajani rinvendica la “vittoria” della protezione delle imprese in Russia

    “La prima tranche di fondi derivanti dagli asset [russi] congelati arriveranno [in Ucraina] la prossima settimana, a luglio”: lo ha annunciato ieri l’Alto Rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, arrivando al Conisglio Affari Esteri (CAE) dell’Ue in Lussemburgo. L’intesa politica sul tema era stata formalizzata al G7 in Puglia e ora si passa dalle parole ai fatti, anche se l’argomento rimane delicato. Borrell ha assicurato che l’Ue ha “un processo per far sì che tutto funzioni rapidamente: abbiamo una procedura legale per evitare qualsiasi tipo di blocco”. Nel caso dell’opposizione dell’Ungheria (che al momento della scrittura di questo articolo non ha fatto marcia indietro), Borrell ha spiegato che Budapest “potrebbe non partecipare alla sua attuazione”, permettendo così lo sblocco indiretto dei fondi.

     

    Nel quattordicesimo pacchetto di sanzioni europee adottato in Lussemburgo dai ministri degli Esteri dei 27 Paesi Ue, sono comprese anche alcune misure volte a tutelare in sede giudiziaria le imprese europee che ancora operano in Russia e che hanno subito danni. “Noi abbiamo due casi, quello della Ariston e di Unicredit” ha spiegato il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, il quale ha spiegato che “grazie all’attento lavoro dell’Italia nella preparazione del pacchetto, è passato il principio secondo cui le imprese possono agire in giudizio per chiedere un risarcimento per eventuali azioni di ritorsione”. Tajani, intervenendo a margine del CAE, ha spiegato che si tratta di una “vittoria importante: noi abbiamo 200 imprese che operano in Russia nel rispetto delle sanzioni, abbiamo il dovere di tutelarle”.

    Secondo quanto riportato da alcune agenzie, le imprese europee possono agire davanti alle corti nazionali dell’Ue per chiedere un risarcimento danni a seguito delle cause avviate da soggetti russi per contratti colpiti dalle sanzioni Ue, oppure per i danni derivanti da soggetti russi che sono finiti a capo dell’amministrazione temporanea di ‘filiali europee’ in Russia, a seguito di decisioni unilaterali prese da Mosca. Come sottolineato da più parti, il pacchetto Ue non comporta compensazioni automatiche ma punta a dare alle imprese europee gli strumenti per agire in giudizio.

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