Nonostante un calo del 7,5% rispetto al 2022, la pirateria audiovisiva continua a infliggere danni significativi all’economia italiana. L’ultimo studio di Ipsos per la Fapav (Federazione per la Tutela delle Industrie dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali) evidenzia una perdita di fatturato di 2 miliardi di euro per l’intera economia nazionale. Questo fenomeno comporta anche una perdita di 821 milioni di euro nel Prodotto Interno Lordo (PIL) e la contrazione di circa 11.200 posti di lavoro. Inoltre, si registra un danno alle casse dello Stato con 377 milioni di euro di mancati introiti fiscali.
Nell’agosto del 2023, è stata introdotta la legge 93/2023 che impone multe severe per chi fruisce o trasmette illegalmente contenuti protetti, con sanzioni che possono arrivare fino a 15.000 euro. Questa legge, insieme al nuovo regolamento dell’Agcom, ha permesso di accelerare il blocco degli IP dei siti pirata in soli 30 minuti dalla segnalazione. Queste misure sono state rafforzate grazie alla collaborazione con la Lega Serie A, che ha fornito una piattaforma Agcom per facilitare il monitoraggio e l’intervento rapido contro le violazioni.
Nonostante i progressi legislativi e tecnologici, la pirateria rimane un problema grave, con un impatto crescente specialmente nel settore dello sport live. Nel 2023, il numero stimato di atti di pirateria era di circa 319 milioni, con un danno economico specifico per le industrie dei contenuti audiovisivi valutato in 767 milioni di euro. Le trasmissioni sportive dal vivo, in particolare, hanno subito perdite economiche per circa 285 milioni di euro. Questi dati riflettono le sfide continue per i broadcaster come Dazn e Sky e sottolineano l’importanza di rafforzare ulteriormente le misure di prevenzione e controllo.
