Il Rassemblement National non salirà al governo in Francia ma l’esito del ballottaggio consegna un Paese spaccato. L’estrema destra di Marine Le Pen e Jordan Bardella si è attestata come prima forza a livello nazionale al primo turno con oltre il 33% dei voti, ma è stata sconfitta al secondo turno, dove ha trionfato il Nouveau Front populaire, in virtù del meccanismo delle desistenze che ha permesso alla sinistra e ai centristi di non disperdere voti a favore di Le Pen. Emmanuel Macron, invece, rimane alla presidenza ma appare come un presidente “azzoppato”. Il NFP non ha raggiunto la maggioranza assoluta di 289 seggi quindi ora i francesi e l’Europa attendono di capire che tipo di governo nascerà.
L’incertezza sulla natura del prossimo governo francese ha comportato una certo riserbo da parte di alcuni leader nel commentare il voto francese. Ieri mattina Giorgia Meloni si è espressa sull’argomento ma, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, a Palazzo Chigi si è rafforzata la convinzione che l’Italia è rimasta l’unico Paese stabile tra quelli fondatori dell’Ue, guidato da una leader forte. In Germania, Nils Schmid, esponente del partito di governo, l’SPD, ha dichiarato che in Francia “il peggio è stato evitato: RN non può costituire la maggioranza di governo”. Sulla stessa lunghezza d’onda il primo ministro socialista spagnolo, Pedro Sanchez, che ha salutato con favore il fatto che, Regno Unito prima e Francia poi, abbiano rifiutato “l’estrema destra”, così come il presidente brasiliano Lula, secondo il quale i risultati di Londra e Parigi “rafforzano l`importanza del dialogo tra i segmenti progressisti per difendere la democrazia e la giustizia sociale”.
Se da un lato viene riconosciuta l’abilità di Macron di essere riuscito a fermare l’avanzata delle destre verso i palazzi del potere, dall’altra la Francia si trova spaccata e secondo alcuni osservatori questo è l’inizio della fine dell’era Macron. Il portavoce del Cremlino, Dimitri Peskov, ha dichiarato che il Cremlino seguirà “con grande interesse la formazione del governo e dei blocchi politici… Gli elettori francesi sono chiaramente in un processo di ricerca”.